Scritte e graffiti sui muri di edifici pubblici e privati, lungo muraglioni e guard rail, sui piloni della Grande viabilità e nei sottopassaggi. Negli ultimi giorni alcuni ignoti hanno impazzato con lo spray in varie zone della periferia e del Carso. Le frasi, prodotte con un’inedita vernice verde, inneggiano a un prossimo ritorno dell’Italia in Istria e Dalmazia, inveiscono contro la defunta Jugoslavia e l’altrettanto defunto Tito, inneggiano al Duce e al ventennio e propongono alcune versioni classiche del fascio littorio. «Episodi che mai si sono verificati con tanta frequenza», annota Marco Milkovich, presidente del secondo parlamentino. Milkovich ha sollecitato una mozione per la cancellazione delle scritte, ma i consiglieri comunali dell’opposizione (ed esponenti della minoranza slovena) Igor Svab, Iztok Furlanich e Stefano Ukmar si sono visti respingere il carattere d’urgenza del documento. «Si seguirà pertanto un iter normale – riprende Milkovich – e temo che le scritte rimarranno chissà per quanto».
«Siamo di fronte a una situazione assurda – interviene però il sindaco Dipiazza – e subiamo le “gesta” di alcune frange devianti, sia di destra che di sinistra, che hanno preso di mira il patrimonio pubblico e privato. Quanto alle ultime scritte – continua il sindaco – verranno cancellate quanto prima. Ma ricordo che un’ordinanza prevede la sanzione di 7mila euro a chi lorda muri e abitazioni. Abbiamo già colto in flagrante alcuni personaggi che non si sono curati di utilizzare i bagni per le proprie esigenze corporali, sono convinto che riusciremo a scovare anche chi utilizza le vernici per esternare le proprie assurdità».
«Qualsiasi scritta prodotta su muri e case è un’offesa al decoro che ritengo inaccettabile – afferma Andrea Vatta, presidente della settima circoscrizione, il cui territorio è preso di mira dai verniciatori pazzi. Corrergli dietro e vigilare in ogni angolo è ovviamente impossibile. Sarebbe importante – sostiene Vatta – che almeno i più giovani sapessero che il Comune sta appoggiando il progetto “Legalart” che permette di esprimersi con le bombolette in spazi individuati e leciti». Un progetto, quello citato da Vatta, che nulla ha a che fare con le scritte – come il «Viva il fascismo» che si legge in via Errera – apparse in questi giorni.
Maurizio Lozei