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Storia e negazionismo (Il Piccolo 30 mar)

LETTERE 

Anch’io voglio rivolgere un consiglio a lei, sig. Aurelio Slataper, rispondendo alla sua segnalazione apparsa su questa rubrica il 25 marzo scorso: quello di sedersi davanti a un qualsiasi computer, accenderlo, e avere la pazienza e la volontà di impiegare non più di mezz’ora di tempo navigando in internet e cimentandosi in una ricerca nemmeno troppo approfondita, avvalendosi di un buon motore di ricerca.

Troverà così, senza scomodare il ministro degli Interni al quale è stato inviato un corposissimo dossier con il preciso dettaglio delle iniziative negazioniste svoltesi durante cerimonie pubbliche e nelle scuole – elencarle tutte occuperebbe alcune pagine del quotidiano triestino – molte più risposte di quelle che avrebbe mai immaginato.

Per quanto riguarda lo storico Wörsdöfer, è bene sapere che fui io a portarlo a Trieste per la prima volta nel 2002, facendolo intervenire al convegno dei giovani dal titolo «Gli esuli del dopoguerra in Europa: prospettive e aspettative nel confronto fra giovani di seconda generazione» organizzato dai giovani dell’Unione degli istriani che allora guidavo, per parlare dell’espulsione dei Gottscheer organizzata da Tito nell’immediato dopoguerra. Per quanto riguarda poi il suo successivo libro sulla storia del confine orientale, apprezzadone solo alcuni passaggi, mi limito a osservare che è diventata ormai una moda popolare scrivere volumetti e libercoli, utilizzando lo strumento «copia e incolla» di Microsoft Word.

La mancata percezione della verità è la vera, sottile autocensura di cui siamo tutti vittime.

Massimiliano Lacota. presidente dell’Unione degli istriani

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