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Studenti valdostani su visita a Trieste per 10 Febbraio – 28feb13

Sono stati quarantuno gli studenti che, con i rispettivi docenti, hanno partecipato ad una visita di studio a Trieste in occasione delle commemorazioni del “Giorno del Ricordo”, che ricorre il 10 febbraio (data della firma del Trattato di pace di Parigi del 10 febbraio 1947) con l’intento di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

I giovani, in rappresentanza del Liceo scientifico e linguistico “Edouard Bérard” e del Liceo classico, artistico e musicale di Aosta, del Liceo linguistico di Courmayeur e dell’Institut agricole régional, hanno visitato la Risiera di San Sabba – unico campo di sterminio italiano -, la Foiba di Basovizza – simbolo di tutte le atrocità commesse sul finire della seconda guerra mondiale e negli anni successivi dalle milizie e dai fiancheggiatori del dittatore comunista Tito – e Redipuglia, sacrario monumentale della prima guerra mondiale, dove sono sepolti più di 100.000 soldati.

Il progetto, che si è ripetuto per il quarto anno consecutivo, è stato organizzato dal Consiglio Valle, dalla Presidenza della Regione e dall’Assessorato dell’istruzione e cultura nell’ambito del programma proposto per le “Giornate della memoria e del ricordo”. Di seguito si riportano alcune impressioni e riflessioni che gli studenti hanno scritto durante il viaggio di ritorno.

«Siamo state colpite dal clima multiculturale della città di Trieste, la cui struttura e architettura rispecchiano la fusione delle varie etnie. Inoltre alcuni monumenti testimoniano le ferite inflitte alla popolazione nel corso della storia. La Risiera di San Sabba ci ha permesso di sentire a livello emotivo quello che, letto sui libri di storia, rimane incomprensibile, ma astratto; tutto ciò ci ha fatto riflettere sulla natura dell’uomo e sul fatto che né la cultura né la ragione mettono al riparo dalla disumanizzazione pianificata delle nostre azioni.» (un gruppo di studentesse del Liceo classico e artistico)

«Nonostante il poco tempo a disposizione, abbiamo apprezzato molto l’organizzazione che ci ha permesso di visitare in maniera interessante e produttiva svariati luoghi che, a noi giovani, hanno permesso di calarci in quelle situazioni vissute dai nostri nonni e da noi viste solo su asettici libri scolastici.» (un gruppo di studenti del Liceo classico)

«Ripensando al viaggio appena concluso non possiamo non riflettere sull’impotenza del mondo dalle violenze e dalle stragi perpetrate nel secolo scorso. A partire dalle trincee della Grande Guerra alla Risiera di San Sabba, passando per la Foiba di Basovizza e il Sacrario di Redipuglia, abbiamo visitato luoghi di notevole valore storico. È stupefacente come questi luoghi, allora scenari di torture e di violenze, siano oggi dominati da un silenzio ed un senso di profondo rispetto. Un silenzio, però, molto particolare: non è infatti dettato dall’indifferenza, quanto dal voler quasi restituire una dignità persa a tutti i caduti. Un silenzio assordante che riempie le celle della Risiera, i cunicoli della roccia carsica e l’interminabile scalinata del Sacrario. Un silenzio difficilmente dimenticabile.» (gli studenti dell’Institut agricole)

«Gli argomenti trattati e evidenziati durante la Giornata della memoria sono tematiche spesso sviluppate all’interno dell’ambiente scolastico, ma assumono solitamente tinte lievemente più tenui. La possibilità di percepire fisicamente energie di incredibile potenza, racchiuse in luoghi memori dei periodi più bui della storia moderna occidentale, modifica radicalmente le prospettive. L’interesse per la storia moderna si amplifica, la percezione cambia, assumendo nuove consapevolezze. L’elemento goliardico dello stare insieme ha permesso di alleggerire il fardello, smorzando le sensazioni più negative e permettendo a questa esperienza di essere illuminante senza inquinare eccessivamente la persona.» (gli studenti dell’Istituto d’arte)

«L’esperienza di Trieste è piaciuta a tutti noi. La città è splendida, la piazza dell’Unità d’Italia trasmette una sensazione di infinito, grazie all’apertura sul mare. Dalla visita alla Risiera, alle Foibe e al monumento ai caduti a Redipuglia, tutti luoghi molto toccanti, abbiamo potuto meglio comprendere gli errori-orrori del passato, con la speranza che non vengano più ripetuti. Infine, riteniamo che questa esperienza sia risultata fondamentale per la nostra maturazione, che va oltre all’esame che dovremo affrontare a luglio.» (Lorenzo, David e Stefano, Liceo scientifico)

«Visitare questi luoghi è stata un’esperienza significativa e toccante perché ci ha permesso di avvicinarci a una realtà che, se solo studiata, guardiamo con troppo distacco. Lo sconcerto che deriva già solo dal parlare di questi tragici avvenimenti cresce esponenzialmente nel momento in cui ci si trova negli stessi luoghi che videro tali atrocità. Trovandosi davanti agli occhi i segni di questa realtà storica, paradossalmente risulta tutto più inconcepibile. Certamente è un’esperienza impegnativa da affrontare, ma necessaria.» (Elena, Ilaria e Elisa, Liceo classico)

«Il calore della compagnia, il freddo della Bora. L’immensità del mare, la brevità della vita. I racconti di singoli episodi, la consapevolezza di un’unità. Le storie di donne e uomini, la condivisione delle loro emozioni. Nozioni astratte che si concretizzano. Tra storia e realtà quotidiana, tra mare e terra.» (gli studenti del Liceo scientifico E. Bérard)

«Inutile cercare di sintetizzare tutto ciò che abbiamo visto e che abbiamo sentito, qualche riga non basterebbe di certo, anzi, nemmeno un volume intero potrebbe riassumerlo. Come si possono sintetizzare le vite e le sofferenze di migliaia di uomini? Lo scopo del viaggio non era fornirci una visione austera e generale dei vari avvenimenti, ma farci toccare con mano ciò che era accaduto, vedere con i nostri occhi alcune delle pagine peggiori della nostra storia. Nonostante ciò, Trieste non è un campo di battaglia, non è un museo, Trieste è una città viva, un’opera d’arte in piena regola. La comunità sé è un’opera d’arte, si pensi al municipio, al castello di Miramare, o anche solo agli abitanti della città, tutti molto cordiali e gentili, dal semplice cittadino alla guida del museo, nessuno escluso.» (Lorenzo, Liceo linguistico Courmayeur)

«Fu tolta la dignità, fu tolta la parola, ma soprattutto la libertà al milione di ebrei sterminati nella Risiera di San Sabba. Entrando nel campo di concentramento mi ha avvolta un senso di enorme impotenza, di orrore misto a incredulità, ma soprattutto di soffocamento dovuto all’esorbitante altezza delle mura che quasi ostacolano il passaggio dei raggi solari.» (Beatrice, 5C Liceo linguistico e scientifico E. Bérard)

«I luoghi visitati in questi giorni ci hanno permesso di capire che la memoria sia uno dei più importanti moniti di cui l’uomo possa disporre. Tuttavia ci è anche sembrato necessario che la memoria individuale, i ricordi, i dolori, le infinite storie di tutti quelli che hanno vissuto o subito gli orrori dei conflitti possono acquistare dignità storica senza essere eclissati da una visione e verità storica puramente statistica.» (Martina, Sara, Ginette e Pietro, Liceo scientifico)

(fonte www.consiglio.regione.vda.it 22 febbraio 2013)

 

 

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