di MAURO Manzin
TRIESTE Il conto alla rovescia è iniziato. La riforma Frattini sui consolati, o meglio, in termini tecnici, la ”ricalendarizzazione del Piano di razionalizzazione della rete estera” sta per iniziare. E partirà il prossimo giugno.
In pratica si tratta di una serie di tagli alle nostre rappresentanze consolari nel mondo. E il pensiero corre irrimediabilmente alla situazione istriana, al Consolato d’Italia a Capodistria e a quello di Fiume, due capisaldi della collaborazione tra la nostra minoranza in quelle terre e la madrepatria. A tale proposito il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica con delega proprio alle rappresentanze consolari è estremamente esplicito.
«Per i nostri consolati a Capodistria e a Fiume e per le varie rappresentanze consolari nell’area – afferma – non ci sarà alcun cambiamento». «Un’ipotesi – precisa – di cui non abbiamo mai parlato ne l’abbiamo mai pensata. Fiume lo escludo a priori perché è praticamente l’ambasciata italiana in Istria e Capodistria è l’ambasciata d’Italia in Slovenia nel senso che serve per la nostra minoranza, quindi direi che li possiamo dare per esclusi entrambi al cento per cento ora e anche da qualsiasi ragionamento futuro». Se per gli italiani d’Istria, Quarnero e Dalmazia, dunque, non ci sarà cambiamento alcuno e i rapporti fin qui avuti con la Farnesina continueranno a seguire il loro andamento normale, altrettanto non si può dire per altre situazioni in Europa.
Il Paese più penalizzato dalla riforma e dai tagli sembra essere la Germania, dove si chiuderà a Manheim e ad Amburgo. Non andrà meglio in Svizzera dove la serrata è prevista a San Gallo e Losanna. In Francia a rimetterci saranno gli italiani che hanno come punto di riferimento il Consolato di Mulhouse, visto che per le pratiche dovranno farsi quasi 300 chilometri per raggiungere quello di Metz. Condannato a morte anche il consolato italiano di Manchester: si dovrà andare a Londra oppure a Edimburgo.
Secondo Mantica si tratta di «un progetto complessivo volto ad assicurare qualità dei servizi erogati e sostenibiltà attraverso un’analisi costi-benefici finalizzata al migliore utilizzo delle risorse umane e finanziarie che sono inesorabilmente in diminuzione».
Il personale sarà ricollocato e a nome del governo e del ministero si dice, comunque, pronto a ridiscutere alcune situazioni particolarmente critiche.
Nessun ritocco, dunque, a Est. Per la nostra minoranza una sorta di riconoscimento indiretto dell’importanza della propria realtà politico e sociale e dell’attenzione che il governo vuole tenere nei confronti dei nostri connazionali he vivono in quelle terre.