Verrà scoperta ufficialmente questa mattina alle 11, ma è già diventata oggetto di botta e risposta politici. Oltre che di un’interrogazione a firma di Marco Vascotto, capogruppo di An in Consiglio provinciale. Al centro della questione c’è la nuova insegna istituzionale bilingue Provincia di Trieste/Pokrajina Trst, che trova collocazione sulla facciata di palazzo Galatti, al numero 4 di piazza Vittorio Veneto, sede dell’ente provinciale.
Vascotto, nel suo documento, chiede a quanto ammontino spese e contributi regionali collegati alla targa e se vi siano degli atti ufficiali alla base della sua sistemazione, che avviene, come si legge sull’invito ufficiale della Provincia «in occasione della ricorrenza dell’allargamento dell’area Schengen». A proposito dell’invito alle autorità, il consigliere provinciale aennino va all’attacco su un altro punto: «L’enfasi che si vuol dare alla cerimonia inciampa nell’involontaria gaffe di tradurre (sull’invito appunto, ndr) non solo l’italiano ma anche il francese in sloveno – afferma Vascotto -. Quasi a sottintendere, con una venatura apparentemente di stampo razzista, che lo slavofono è necessariamente più incolto dell’italofono e necessita quindi della traduzione del vin d’honneur». Considerazione, quella dell’esponente del centrodestra, ritenuta dalla presidente della Provincia, Maria Teresa Bassa Poropat, «una follia. Mi sembra risibile nei contenuti un discorso di questo genere».
Quanto agli argomenti oggetto di interrogazione, gli uffici della Provincia fanno sapere che per la progettazione, realizzazione e posa in opera della targa bilingue in marmo, la Regione ha stanziato 5mila euro. Sempre attraverso le norme a tutela della minoranza slovena, ne sono stati deliberati ulteriori 10mila per altre targhe bilingui da collocare nelle sedi staccate e nei vari uffici della Provincia.
Alla cerimonia di quest’oggi, parteciperà anche il vescovo di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi. (m.u.)
