LETTERE
Da quando è scattato il blocco d’ufficio sulle chiamate ai numeri telefonici così detti «in sovrapprezzo» o «a valore aggiunto», molti tra la popolazione giuliana che hanno relazioni telefoniche con parenti o conoscenti in Istria hanno avuto la sgradevole sorpresa di trovarsi improvvisamente inabilitati ad effettuare chiamate in quella direzione, giacché presso alcuni, se non presso tutti i gestori telefonici, le chiamate dirette verso paesi come Slovenia e Croazia, comprese le transfrontaliere, rientrano nel medesimo novero di quelle dirette ai numeri che iniziano per 144, 899, ecc., contrariamente invece a quelle dirette in Occidente, NordAmerica compreso che rimangono invece effettuabili, ma che sono meno attinenti alle esigenze quotidiane di comunicazione locali.
Ottenere la riabilitazione è ovviamente possibile: basta richiederla al proprio gestore telefonico, ma questa va ad estendersi automaticamente alle menzionate chiamate ai numeri in sovrapprezzo, che invece molti effettivamente non vogliono.
Dinanzi ad una tale emerita assurdità farebbe piacere sentire qualche voce autorevole in più sollevarsi in proposito a fianco dell’utenza giuliana ed ottenere dai singoli gestori di telefonia il definitivo scorporo dalle chiamate in sovrapprezzo di quelle dirette in Istria e all’Est, con cui non solo l’area giuliana ma tutta l’Italia ha del resto crescenti rapporti.
Gianluigi Ugo