Lunedì 19 settembre con inizio alle ore 18:00 nel salone dell’’oratorio San Vittore in via San Francesco d’Assisi 15 a Varese sarà presentato il libro di Alberto Comuzzi e Donatella Salambat “Testimoni di un esodo” (Mimep – Docete, pp. 174, 12,00 €).
Relatori saranno monsignor Ettore Malnati, Vicario Episcopale per il Laicato e la Cultura della Diocesi di Trieste, il dottor Pier-Maria Morresi, presidente del comitato provinciale di Varese dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd) e il giornalista Loris Velati. All’incontro parteciperanno gli autori del libro, giornalisti del gruppo Alpi Media Group.
L’Arcivescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi ha scritto la prefazione, che qui riportiamo, di questa raccolta di testimonianze di esuli giuliano-dalmati trapiantati in Lombardia.
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Ho letto con interesse e coinvolgimento emotivo il libro Testimoni di un esodo di Alberto Comuzzi e Donatella Salambat, dove sono state raccolte le testimonianze di alcuni figli di genitori che hanno dovuto abbandonare la loro terra, i legami sociali e culturali che davano loro identità e i loro affetti familiari più cari.
La pubblicazione si apre con il ricordo di Alcide De Gasperi, a cui fanno seguito dodici racconti che riguardano avvenimenti che precedettero e seguirono ogni persona e famiglia che, pur segnate dal dolore e dalla sventura, hanno ripreso a mettersi in gioco pur lontane dal proprio ambiente sociale e religioso e a integrarsi nel nuovo tessuto civile.
Da molte delle testimonianze riportate si evince che la maggior parte di coloro che dovettero intraprendere la strada dell’esodo comunicavano con una certa reticenza ai loro figli la tragedia vissuta e le angustie sopportate nei campi profughi, in attesa di poter riprendere una vita decorosa, fatta di lavoro e di armonia familiare.
Far emergere e rendere condivise le sofferenze patite dalle popolazioni dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia è un atto meritorio di questo libro e, insieme, un atto di giustizia a fronte di un colpevole oblio con il quale per tanti, troppi anni, si sono volute nascondere le cause del dramma dell’esodo e delle foibe.
Il mio predecessore, l’arcivescovo mons. Antonio Santin, fece sentire sempre la sua voce coraggiosa e profetica nel denunciare i silenzi su un dramma terribile, ponendosi ed esponendosi, con lealtà e senza mezzi termini, sempre dalla parte della verità storica. Anche nel giorno del ritorno di Trieste all’Italia nel 1954, davanti al Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, ricordò l’‘ingiusto strappo della Zona B dalla Madre Patria”.
Allora, ben vengano queste memorie che custodiscono e coltivano la memoria perché queste tragedie non si ripetano più.
Formulo l’augurio che questa pubblicazione, che fa giustizia su troppi silenzi del recente passato, abbia la giusta e meritata divulgazione, soprattutto tra le generazioni giovani.
Giampaolo Crepaldi
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