Da quando Visinada è diventato autonomo – una trentina di anni fa – il piccolo comune dell’entroterra istriano ha registrato una crescita incredibile. Uno sviluppo basato tutto sulla valorizzazione delle risorse locali: vitivinicoltura o olivicoltura in primis e poi turismo sostenibile con l’offerta di sistemazioni in ville, case o appartamenti di lusso. Attività che in questi ultimi anni hanno portato ad aver sede a Visinada, alcune delle migliori aziende nazionali ed europee volte al design, marketing, grafica e architettura.
“Abbiamo puntato sul territorio, sui prodotti della terra, sulla nostra ricchezza storica” afferma Neda Sainčić Pilato, vice sindaco e da tanti anni instancabile presidente della locale Comunità degli italiani che aggiunge: “Era doveroso darci uno stradario, con la denominazione di vie e luoghi che rispetti i toponimi storici e che finora non avevamo; case e luoghi erano contrassegnati soltanto dai numeri civici comprendenti un ampio territorio comunale“. La preposta commissione incaricata dalla municipalità a formulare le proposte è già al lavoro ed è composta – oltre che dalla Sainčić Pilato che la presiede – da un altro visinadese doc come lo storico d’arte Marino Baldini e poi da altri esperti del settore. “Noi abbiamo già analizzato i documenti storici, carte e mappe catastali che arrivano al periodo austriaco“, racconta la nostra interlocutrice che si è posta come obiettivo “arrivare in tempi brevi alla segnaletica locale che – naturalmente – sarà bilingue“.
Da via della stazione Parenzana, a piazza Simone Battistella o Carlotta Grisi, le denominazioni da confermare o rinnovare in luoghi più appropriati e fino all’esposizione dei nomi geografici di colline, valli, sentieri nei quali oggi si trovano nuove strutture. La Sainčić Pilato impegnata nell’affermazione dell’identità plurietnica e multilingue del territorio ricorda inoltre con grande soddisfazione il proseguimento del progetto di apprendimento della lingua italiana per le sezioni prescolari dell’asilo croato di Visinada: “Un’iniziativa che abbiamo avviato nel 2004 e che si e’ dimostrata più che valida: ora più del 90 per cento degli alunni che frequentano la scuola elementare decidono di proseguire con lo studio dell’italiano che è materia facoltativa e che spero diventi quanto prima materia obbligatoria come lingua dell’ambiente sociale“.
Lionella Pausin Acquavita
Fonte: Radio Capodistria – 05/01/2022