“Al è stât fusilât dai titins, ma no lu àn copât”. È stato fucilato dai titini, ma non lo hanno ucciso. Inizia così il racconto di Igino Bertoldi, nato nel 1926 a Tavagnacco (UD), nella sua orgogliosa lingua friulana. Chi è il fucilato salvatosi in modo così rocambolesco? “Si chiamava Arduino Cremonesi – ha risposto Bertoldi – era mio grande amico, di mestiere insegnante, sarà stato dopo l’8 settembre 1943 e fu prelevato dai partigiani titini con altri giovani. Lui era un Pillepich, poi aveva cambiato cognome in: Cremonesi. I prigionieri avevano le mani legate col filo di ferro e subirono un processo farsa”.
Il luogo dell’arresto è nella zona del Carso sloveno, nei dintorni di Bisterza, o Ilirska Bistrica, oggi Slovenia. In quel tempo: Villa del Nevoso, Regno d’Italia. I suoi dati anagrafici compaiono pure nella Slovenska biografija (Biografia slovena). Arduino Cremonesi Pillepich era nato a Fiume il 28 agosto 1912 nell’Impero d’Austria-Ungheria. Lavorò a Lubiana durante l’occupazione italiana (1942-1943). Fu podestà di Matteria/Materija, frazione di Erpelle-Cosina, e maestro nella locale scuola elementare.
Dopo la scampata fucilazione titina il maestro Cremonesi fu esule a Milano presso parenti alla fine del 1943. Nel dopoguerra ebbe la cattedra di maestro a Tavagnacco, in Friuli. Dal 1952 fu trasferito a Udine. Secondo la maestra Annamaria Loria, che fu alle sue dipendenze, Cremonesi ricoprì l’incarico di direttore didattico a Palazzolo dello Stella (UD); la stessa autrice conferma l’esodo del 1943 (Loria A : 1983 : 21).
Negli anni ‘50 si stabilì nella parrocchia di S. Pio X a Udine, dove collaborò al numero unico per la sagra di Baldasseria dal 1977. A metà degli anni ’50 fu dirigente dell’ANVGD di Udine. Nel 1965 Cremonesi divenne direttore didattico a Gonars (UD). Fu apprezzato storico e pubblicista. Secondo il Dizionario Biografico Friulano fu un “cultore di storia” e quattro suoi saggi “sono stati tradotti in lingua slovena”. Morì a Udine il 4 giugno 1983.
Come si salvò Cremonesi dalla fucilazione del 1943? “Quando hanno sparato – ha detto Bertoldi – sono caduti i ragazzi e il maestro Arduino si è gettato a terra, ferito di striscio ad una gamba, rotolando giù per un rilievo fino al bosco, dove riuscì a nascondersi dai suoi aguzzini. Lo cercarono nelle ore e nei giorni successivi con i cani, ma lui si era già dileguato. Restò senza mangiare e senza bere, si accontentò solo della neve. Dopo un po’ sulla strada vide un camion di tedeschi, così cercò di fermarlo per poter salire. Nell’interrogatorio che ne seguì, all’ospedale di Villa del Nevoso, pur conoscendo la lingua tedesca, rispose in francese e si salvò. Fu sfollato a Milano, in altri luoghi, poi rientrò a Fiume, da dove infine la moglie Maria Bostiancich e i figli presero la via dell’esilio per il Friuli”.
Osservare e informare – Nel dopoguerra l’amicizia fra Arduino Cremonesi e Igino Bertoldi si fece sempre più stretta, condividendo le idee politiche dei partigiani delle Brigate Osoppo, di area cattolica, monarchica e laico-socialista, secondo Bertoldi. Un giorno andarono a Colugna in bicicletta, Comune di Tavagnacco. In canonica Bertoldi fu nominato Volontario della libertà, per il periodo 1945-1948, con il compito di: “osservare e informare”. C’erano, infatti, strani movimenti di ex-partigiani garibaldini comunisti e di armi, tante armi. Di ciò veniva debitamente informata la Polizia di frontiera. “So che i partigiani comunisti si riunivano ‘Sot dal puint’ (sotto il ponte), in località Morena – ha aggiunto Bertoldi – lì hanno preso la decisione, nel 1945, di eliminare Elda Turchetti a Porzûs, con la scusa di essere stata una spia, ma lei si era pentita e consegnata proprio ai partigiani, entrando nella formazione della Brigata Osoppo di Porzûs, col nome di battaglia di ‘Livia’, i comunisti l’hanno mandata in quelle malghe, per avere l’alibi ed ammazzare tutto il comando della Osoppo, come hanno fatto. ‘Andate e fate bene’ – fu detto loro”.
Nel dopoguerra c’erano ancora movimenti di partigiani? “Sì. In quegli anni circa 200 giovani garibaldini della zona – ha spiegato Bertoldi – sono andati di là del confine per preparare l’invasione in armi e l’annessione di Udine alla Jugoslavia. Da Tavagnacco erano in 80, altri 20 da Pagnacco, poi da Feletto Umberto, Branco e Colugna, tutte frazioni di Tavagnacco, ma di là c’era poco da mangiare e per prima cosa gli jugoslavi li hanno messi in prigione, poi dopo un mese di patimenti se ne sono ritornati a casa, pesavano 20 chili di meno, ‘a erin dome piel e vues’ (erano solo pelle e ossa)”.
Quale nome di battaglia aveva Arduino Cremonesi tra i “Volontari della libertà” e, signor Igino, il suo personale? “Era ‘Eros’ per Cremonesi – ha concluso Bertoldi – mentre il mio era ‘Ercole’, poi dal 1948 al 1954 ho fatto parte dei ‘Volontari Difesa Confini Italiani VIII’, col nome di ‘Bogomiro’, oppure ‘Ragamir’. Se non ci fossimo stati noi adesso qui ci sarebbe un’altra nazione”.
Anche don Tarcisio Bordignon, parroco di San Pio X a Udine, dal 1966 al 2014, ha parlato della figura di Arduino Cremonesi. “Per una decina di anni ha collaborato con la nostra parrocchia – ha detto don Tarcisio – con degli articoli di storia del territorio, inoltre ricordo che, su mia proposta, teneva un corso di lingua tedesca a Cave del Predil, dove ero stato cappellano, era una persona molto colta, buona e gentile”.
Tra le ultime notizie riguardo a Arduino Cremonesi Pillepich si rileva che “il nominativo non è presente nello schedario dei partigiani ‘osovani’, detenuto dall’Associazione Partigiani Osoppo-Friuli (APO) di Udine. Ciò non equivale ad escludere con assoluta certezza e a titolo definitivo che egli non abbia fatto parte in alcun modo della ‘Osoppo’, o non ne sia stato collaboratore”.
Una preziosa fonte familiare – Livia Cremonesi, figlia di Arduino, pure lei insegnante, ha scritto vari libri, alcuni dei quali confermano la fallita “esecuzione capitale” del padre ad opera di partigiani “seguaci di Tito”, nonché la fuga da Fiume il 4 maggio del 1946 (Cremonesi L 2016 : 131). L’Autrice in un altro volume riporta alcune note importanti per la biografia del padre Arduino. Se ne riferiscono qui alcune. È interessante la descrizione dei partigiani che “penetrarono nella nostra casa di Carie/Harije [frazione di Bisterza, NdR] rubandoci tutto quello che possedevamo” (Cremonesi L 2002 : 39 e 279; d’ora in poi si cita solo la pagina). I partigiani si portarono via pure il corredo di famiglia, con i pizzi.
Si sa che Arduino si diplomò all’Istituto Nautico “Cristoforo Colombo” di Fiume. Si iscrisse all’Università di Venezia, facoltà di Lingue, senza completare gli studi, orientandosi verso l’Istituto Magistrale “G. Carducci” di Trieste e, dopo il diploma, vinse il concorso per le province di Fiume, Trieste, Gorizia, Pola e Zara. Nel 1935 ebbe la cattedra di maestro a Carie, in provincia di Fiume (Ivi : 37-40). Lì, in un corso serale, conobbe Maria Bostiancich, di famiglia slovena, sua futura consorte, che nel 1937 diede alla luce Ginetto, il primogenito. Insegnò poi a Verbovo e fu podestà di Jablanica e Matteria, fino al trasferimento a Lubiana e Fiume. Dopo l’esodo, nel settembre 1945, Cremonesi si stabilì a Villa Bartolomeo (VR) e col 1° aprile 1946 è trasferito a Tavagnacco (UD), così riunì la famiglia con moglie ed i tre figli il 4 maggio 1946, partiti in camion, con documenti del Governo Militare Alleato (Ivi : 62). Durante l’esodo peregrinò per vari giorni nei Campi profughi di Trieste, Udine, Venezia e Padova, finché fu assunto dal Provveditorato agli Studi di Verona (Ivi : 186). Essendo uno studioso di fama, il maestro Cremonesi fu invitato a tenere un ciclo di conferenze in varie città dell’Austria, per conto della Società Dante Alighieri (Ivi : 245).
Un maestro italiano da fucilare – Da ultimo, con le parole della figlia Livia, si descrive la scampata fucilazione di Cremonesi, che gli provocò incubi terribili per vari anni. Il luogo è Tatre, un villaggio oggi nel comune di Hrpelje-Kozina nella regione litoranea della Slovenia, vicino al confine con la Croazia. Il racconto originale è della zia Angela – così scrive la figlia Livia – il maestro Arduino fu fermato dai partigiani presso Villa del Nevoso, con l’intenzione di arruolarlo con loro. Siccome si oppose fu condannato a morte. Secondo altri parenti, entrò spontaneamente tra i partigiani e fu tradito da un opportunista per vendetta passato coi partigiani. Fu rinchiuso di sera nel carcere di Tatre il 1° ottobre 1943 con altri tre prigionieri, tra i quali un adolescente sedicenne. I prigionieri furono condotti fuori dall’abitato, legati con catene. Poi la pattuglia, senza preavviso cominciò a sparare sugli inermi. Così col buio, Cremonesi riuscì a liberarsi le mani, gettandosi nel precipizio, salvandosi pur se ferito. Terrorizzato a scalzo vagò per sette giorni fino alla valle della Reka (Timavo) e nei pressi di Bitnje vide il camion di tedeschi, che lo raccolsero per portarlo all’ospedale da campo di Villa del Nevoso (Ivi : 165-7).
Tra le ultime notizie interessanti c’è l’esodo di vari parenti sloveni in Argentina, Canada, Belgio, Cile e USA. È citato pure un fratello di Arduino, che cambiò cognome nel 1941 (Ivi : 69). Si tratta di don Ariele Pillepich, esule a Pisa, come molti preti della provincia di Fiume, tipo don Adolfo Rossini, assieme al loro vescovo monsignore Ugo Camozzo (Ivi : 90, 182).
Dirigente dell’ANVGD di Udine – Arduino Cremonesi fondò la Lega fiumana a Udine, all’interno dell’ANVGD (Ivi : 151), per distanziarsene in seguito, come racconta la figlia Livia nel citato volume. Dai documenti consultati nelle collezioni private e nell’Archivio dell’ANVGD di Udine, in effetti, risulta che fu il sesto eletto nel Consiglio direttivo del Comitato Provinciale del sodalizio nel 1954, con 110 votanti ed un acceso dibattito (Collez. Conighi, dattiloscr. su carta riso). Il 25 luglio 1955 Cremonesi è eletto in una nuova assemblea, in seguito a varie dimissioni nel nuovo Comitato Provinciale dell’ANVGD di Udine di nove membri. In seguito viene nominato segretario dello stesso Comitato, col presidente Marcello De Angeli, di Trieste, ed il fiumano Carlo Leopoldo Conighi nella veste di presidente onorario (Bollettino periodico dell’ANVGD Comitato Provinciale di Udine, n. 1, agosto 1955, ciclost. Collez. Conighi).
Si ricorda che nel 1955 si sono triplicati i soci dell’ANVGD a Udine, toccando quota 600 iscritti, che nel 1957 passano addirittura a 1.200, sull’onda dell’annessione di Trieste all’Italia, avvenuta nel 1954. Ecco i componenti del Consiglio direttivo della Lega fiumana, secondo «L’Arena di Pola» del 1956, col titolo “Elezioni a Udine” : “Il giorno 1° novembre si sono svolte le elezioni per la nomina dei nuovo Direttivo della Locale Lega Fiumana. Sono risultati eletti: dott. Bruno Costanti. Presidente; Aldo Superina – Vice Presidente; Bruno Clauti, Segretario; Arduino Cremonesi Cassiere; Tullio Bressanello, Arch. Carlo Conighi, Dott. Claudio Terdossi, consiglieri; Dottor Rodolfo Rosenfeld, Rag. Adriano Tomissich, revisori”.
Il maestro Cremonesi, nel 1959, ricopre l’incarico di addetto stampa a propaganda per il Comitato Provinciale di Udine dell’ANVGD, come riporta «L’Arena di Pola» del 28 aprile 1959. La medesima testata, nel 1964, comunica che, nella consueta assemblea dei soci ANVGD di Udine, Cremonesi è eletto tra i revisori dei conti supplenti, dimostrando che ebbe una carriera decennale di dirigente dell’ANVGD in Friuli, con dei livelli di aspra critica per l’eccessiva presenza di fiumani nella dirigenza associativa (Cremonesi A 1962 : 4).
Contrastare il pericolo d’invasione titina – Non è un segreto che, agli inizi del 1945, nella zona di Circhina, provincia di Gorizia, fosse operativa addirittura “una missione sovietica in contatto con il Comando del IX Korpus sloveno e con il Comando della ‘Garibaldi-Natisone” (Marcolini Provenza L : 2017), ossia i partigiani italiani rossi. Anche certi autori della letteratura, citano il Terzo Corpo Volontari della Libertà, attivo nel 1946 nelle provincie di Udine e di Gorizia per contrastare un’eventuale invasione titina armata (D’Osualdo N : 2017 : 244-275).
Studiosi come Pietro Neglie, menzionano l’organizzazione Volontari Difesa Confini Italiani VIII (Neglie P : 2017 : 194). Più precisamente Silvia L. Billet sostiene che, alla fine degli anni ‘40: “Sul piano nazionale la spaccatura si rifletté con la costituzione di formazioni clandestine partigiane bianche, verdi e nere, composte rispettivamente da cattolici, ex combattenti appartenenti alla Brigata Osoppo, uomini della X Mas e neofascisti, pronte allʼazione contro le formazioni, a loro volta clandestine, rosse, composte dai comunisti e filo-sloveni” (Billet S.L : 2019).
La stessa organizzazione anti-titina (VDCI-VIII), citata nei documenti della XIII Legislatura (1996-2001), nei primi anni ’50 pare che potesse contare su oltre 2.000 uomini, oltre all’ampia rete d’informatori. Pochi dati, secondo gli studiosi, sono a disposizione riguardo alle organizzazioni filo-titine operanti in Italia. La testimonianza di Igino Bertoldi, perciò, è una prova eccezionale.
In una lettera dattiloscritta del 12 marzo 1947 di Matteo Rossi, Tenente colonnello del Gruppo Carabinieri di Udine, al Comando della Polizia Alleata Provinciale di Udine, nonché al Comando della Legione Carabinieri di Padova (Collez. privata), sono menzionati i convegni e la costituzione di un gruppo comunista slavo-titino, con tanto di nomi e cognomi nella zona di Pavia di Udine, hinterland sud-ovest della città capoluogo, con collegamenti fino a Manzano, Trivignano (UD) e Cormons (GO). Era il tempo della guerra fredda. Queste, di Tavagnacco e di Pavia di Udine, sono solo alcune delle trame jugoslave al confine orientale d’Italia. Quante altre ne verranno a galla?
Fonti orali – Ringrazio e ricordo le persone che hanno concesso l’intervista (int.), svoltasi a Udine a cura di Elio Varutti con penna, taccuino e macchina fotografica, se non altrimenti indicato.
– Igino Bertoldi, Ercole, Bogomiro, Ragamir, nato a Tavagnacco (UD) il 29 agosto 1926, int. del 21 aprile 2023 a Tavagnacco e messaggio del 26 aprile 2023.
– Don Tarcisio Bordignon (Palmanova, UD 1930 – Udine, 1.12.2020), int. del 22 agosto 2019.
Cenni archivistici e collezioni private
– Bollettino periodico dell’ANVGD Comitato Provinciale di Udine, n. 1, agosto 1955, ciclost. Collez. Conighi.
– Matteo Rossi, Lettera dattiloscritta del Tenente colonnello del Gruppo Carabinieri di Udine, al Comando della Polizia Alleata Provinciale di Udine, nonché al Comando della Legione Carabinieri di Padova, Udine, 12 marzo 1947, n. 13/3-2 di P/llo Ris., dattiloscr. (Collez. privata).
– Verbale del Consiglio direttivo del Comitato Provinciale dell’ANVGD di Udine, dattiloscr. su carta riso, 1954. Collez. Conighi.
– Scheda elettorale per l’elezione della Lega fiumana dell’ANVGD di Udine, senza il nome del “critico” Cremonesi. Archivio ANVGD di Udine, b D – Cariche sociali, Verbali, 1959.
Bibliografia generale
– Associazione Partigiani Osoppo – Friuli, “Al Bosco Romagno consegna delle Medaglie della Liberazione”, Udine, 18 giugno 2015. [È citato Igino Bertoldi tra i premiati con medaglia].
– Silvia L. Billet, Ufficio Zone di confine. La difesa dellʼitalianità in funzione anticomunista, on line dal 18 gennaio 2019 su www.officinadellastoria.eu/it/
– Livia Cremonesi, Oltre confine, Gorizia, Grafica goriziana, 2002.
– Livia Cremonesi, Avere vent’anni nei mitici anni sessanta, Udine, Aviani & Aviani, 2016.
– Cremonesi Pillepich, Arduino (1912-1983), on line dal 18 giugno 2020 su www-slovenska—biografija
– Nilo D’Osualdo Filos, Il ribelle, Udine, Gaspari, 2017.
– “Elezioni a Udine”, «L’Arena di Pola», n. 1.046, 14 novembre 1956, p. 2.
– Annamaria Loria, “Arduino Cremonesi”, «Baldasseria ‘83», p. 21.
– Luciano Marcolini Provenza, “La stella rossa e la ‘Garibaldi Natisone”, «Patria Indipendente», 6 luglio 2017.
– Gianni Nazzi (a cura di), Dizionario biografico friulano (1^ edizione: 1992), Udine, Designgraf, 4^ ediz., 2007. [A p. 241 c’è il profilo di Arduino Cremonesi].
– Pietro Neglie, Il pericolo rosso. Comunisti, cattolici e fascisti fra le legalità ed eversione 1943-1969, Milano, Luni Editrice, 2017.
Bibliografia orientata a Cremonesi
Le seguenti opere pubblicate sono tra le principali scritte da Arduino Cremonesi, autore di alcune decine di studi e ricerche.
– A. Cremonesi, “Campanilismo”, «L’Arena di Pola», n. 1.341, 28 aprile 1959, p. 4.
– Idem, La sfida turca contro gli Asburgo e Venezia, Udine, Arti grafiche friulane, 1976.
– Idem, “Dal IV secolo allo Stato Patriarcale”, in Enciclopedia monografica del Friuli Venezia Giulia. Udine, Istituto per l’enciclopedia del Friuli-Venezia Giulia, 1972-1974, Vol. 3/1, pp. 95-136.
– Idem, Opatija v Rožacu, Nova Gorica (YU), 1976.
– Idem, Storia dei terremoti nel Friuli, Udine, Arti grafiche friulane, 1977.
– Idem, Udine: guida storico artistica, 2. ed., Udine, Arti grafiche friulane, 1978.
– Idem, L’eredità europea del Patriarcato di Aquileia, 3 ed. riveduta e ampliata, Udine, Arti grafiche friulane, 1979.
– Idem, Cividale: guida storico-artistica, Udine, Arti grafiche friulane, 1980.
– Idem, La Confraternita udinese di San Girolamo degli Schiavoni, Pordenone, Grafiche editoriali artistiche pordenonesi, 1982.
Emerografia orientata
Come accennato, Arduino Cremonesi, a Udine, fondò nel 1977 assieme ad altri il numero unico per la sagra di Baldasseria, nella Parrocchia di S. Pio X; ecco l’elenco dei suoi articoli pubblicati.
– A. Cremonesi, “La corsa del Pallio partiva da Baldasseria”, «Baldasseria ‘77», p. 7.
– Idem, “Cent’anni fa: la ferrovia pontebbana”, «Baldasseria ‘79», p. 23.
– Idem, “I bombardamenti nella nostra zona”, «Baldasseria ‘80», pp. 4-5.
– Idem, “Il cavalcavia di Porta Aquileia”, «Baldasseria ‘81», pp. 9, 11.
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Saggio di: Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking di Girolamo Jacobson e E. Varutti. Lettori: Bruno Bonetti, Sergio Satti (ANVGD di Udine) e il professore Stefano Meroi. Grazie a Giovanni Peco e all’architetto Franco Pischiutti e alla professoressa Daniela Conighi (ANVGD di Udine). Copertina: Arduino Cremonesi, fotografia tratta dal numero unico «Baldasseria ‘83», Parrocchia di S. Pio X, Udine. Altre fotografie di Elio Varutti. Adesioni al progetto: ANVGD di Arezzo e Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine.
Per la cortese collaborazione riservata si ringraziano gli operatori e le direzioni delle seguenti biblioteche di Udine: Civica “Vincenzo Joppi”; Biblioteca del Seminario Arcivescovile “Pietro Bertolla”; Biblioteca dell’ANVGD; Biblioteca della Società Filologica Friulana e Biblioteca “Renato Del Din” dell’Associazione Partigiani Osoppo-Friuli.
Ricerche per il blog presso l’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/
Fonte: Elio Varutti – 30/04/2023