Un lettore che ha visitato la mostra sui campi profughi allestita a Treviso dall'Unione degli Istriani, ci segnala che
"Nel visitare la mostra quello che mi ha colpito, ed è stato come uno schiaffo in piena faccia, è l'esposizione di alcuni documenti che denunciavano situazioni di incesto, pedofilia e quant'altro.
Non metto in dubbio che i campi profughi erano lo spaccato della società civile, vi saranno stati anche queste situazioni, però metterli così in piazza in una mostra… non ne vedo l'utilità. Abbiamo già tanti nemici e tanta resistenza a far conoscere la nostra tragedia e l'ingiustizia patita: ci manca solo di passare per pedofili, incestuosi e sodomiti."
L'Esule racconta poi le sue esperienze nei campi profughi, nelle quali non è mai venuto a contatto con situazioni così estreme. Ad esempio di una corretta trattazione storica di quegli anni, cita la targa posta all'esterno dell'ex campo profughi di Servigliano (Ascoli Piceno) che meglio descrive la reale situazione di allora:
"Tra il 1945 e il 1955 in questo campo trasformato in Centro raccolta Profughi passarono circa 50.000 persone. Chi proveniva dai Territori Giuliano Dalmati, chi dalle ex Colonie d'Africa, chi dall'Albania, dalla Romania e dalla Grecia. Ognuno portava con sé dolorose vicende di partenze forzate. ma qui trovarono accoglienza materiale ed umana. Qui si stabilirono amicizie, si celebrarono matrimoni, si nacque e si morì. La loro storia sia di monito affinché nessuno debba più soffrire a causa di discriminazioni culturali, religiose, politiche e razziali."
In realtà anche Padre Flaminio Rocchi nel suo libro "L'Esodo dei 350.000 giuliani fiumani e dalmati" cita casi di incesto, ma con la delicatezza e il tatto che argomenti del genere meritano nel rispetto di chi in quei campi ha passato tanti anni in onestà, rettitudine morale e impegno civile.
L'ANVGD di Treviso, per puro spirito associativo, aveva speso i suoi buoni uffici presso il Comune di Treviso affinché la mostra dell'Unione degli Istriani avesse ospitalità.