GORIZIA-èStoria. Storie balcaniche e verrebbe da dire storie esotiche. Sono storie invece non solo drammaticamente vicine ma che hanno coinvolto il nostro territorio in anni lontani e vicini, come ha ricordato il giornalista Silvio Maranzana in apertura del dibattito di ieri dedicato ai «Balcani fra ‘800 e ‘900, la guerra, la pace, le città e l’Europa». Il primo attentato islamico in Europa occidentale avviene proprio a Trieste nel 1972, alla pipeline della Siot, qualche settimana prima di quello alle olimpiadi di Monaco. Si comincia a parlare del Settembre nero palestinese. Nel luglio del 1995 un giovane marocchino viene trovato al confine triestino con un piano per avvelenare gli acquedotti italiani: proveniva da Zenica, in Bosnia, dove Al Qhaeeda aveva impiantato un laboratorio chimico a scopo terroristico. «Nel corso della guerra di Bosnia c’è stata una sottovalutazione del terrorismo islamico da parte di molti versanti diplomatici», ha detto Silvio Maranzana prima di lasciar la parola a John Schindler, ex analista dell’intelligence statunitense e autore del fortunato Isonzo edito dalla Leg. Recentemente Schindler ha ricostruito l’attività di Al Qhaeeda in Bosnia e in Kosovo, compresa la presenza a Sarajevo del capo carismatico Osama Bin Laden: la Bosnia diventava il trampolino per portare il terrorismo islamico in Occidente. Il generale Fabio Mini, già comandante della Forza di sicurezza internazionale in Kosovo ha spiegato come alle forze della Nato fosse assegnato inizialmente il compito di controllo e di deterrenza rispetto alle truppe serbe, attive all’esterno del territorio kosovaro. Ciò almeno sinché non si è capito che la vera minaccia al Kosovo non erano i serbi bensì la commistione fra potere e criminalità interna al Paese. Fabio Dogo, professore di Storia dell’Europa Orientale all’università di Trieste, ha tracciato le modalità della formazione urbanistica delle capitali balcaniche, una storia pur ricca di fascino ma legata al sottosviluppo e ad una rigida stratificazione sociale. Studiare il passato, insomma, per esorcizzare le paure del presente. (s.s.)