«Nella prima decade di luglio conferiremo la Civica benemerenza al professor Boris Pahor». Anche se la giunta comunale deve ancora deliberare, l’annuncio è stato dato ieri pomeriggio dal sindaco Roberto Cosolini dopo che ieri mattina la Conferenza dei capigruppo aveva fatto registrare una sola netta opposizione al riconoscimento: quella di Everest Bertoli del Pdl, ma aveva anche evidenziato da parte di diversi altri esponenti del centrodestra un giudizio di inopportunità del provvedimento. «Resterei basito se ci fossero polemiche – aveva detto il sindaco alla vigilia – Trieste ha superato le barriere ideologiche riconoscendo lutti e torti: ciò è avvenuto sia nella sinistra democratica che nella destra democratica».
E in effetti baruffe non ce ne sono state, ma spaccature sì. Bertoli ha sottolineato, definendole «razziste», certe dichiarazioni rilasciate da Pahor allorché è stato eletto sindaco di Pirano il ghanese di colore Peter Bossman. Anche per quanto concerne la storia di Trieste secondo il capogruppo del Pdl, quella di Pahor sarebbe «una memoria a senso unico». Nel 2008 lo scrittore sloveno che il 26 agosto compirà cent’anni aveva rifiutato la Civica benemerenza che già la giunta di centrodestra guidata da Roberto Dipiazza voleva consegnargli perché nella motivazione non aveva letto la parola «fascismo». È a questo che si è appigliato Roberto Antonione del gruppo misto affermando: «Non si discute se sia opportuno o meno dare una benemerenza a Pahor dal momento che lo stesso centrodestra voleva dargliela, è Pahor però che avrebbe dovuto essere coerente e rifiutarla ancora come aveva fatto cinque anni fa senza tirare fuori la scusa della motivazione che per forza di cose deve essere sintetica».
Di «un atto irrispettoso nei confronti della giunta precedente» ha parlato anche Michele Lobianco di Fli, e anche Maurizio Ferrara della Lega Nord ha detto di non condividere la proposta della giunta a causa del rifiuto precedente, «pur apprezzando lo scrittore e le sue opere».
«Ma quella non è una destra illuminata come la nostra – sostiene Franco Bandelli di Un’Altra Trieste – noi siamo favorevoli a patto che ci sia non una condivisione, il che sarebbe impossibile, bensì ci sia il rispetto delle diverse memorie. Per questo già due anni fa assieme ad Alessia Rosolen abbiamo chiesto l’apposizione di una targa in ricordo del 12 giugno 1945, il cui anniversario cade proprio domani, data di fine dell’occupazione jugoslava della città. Non è un baratto quello che vogliamo fare, diciamo: va bene la benemerenza a Pahor, ma allora deve andar bene la targa in ricordo di quella liberazione. Chiediamo al sindaco un atto concreto e a breve termine su questo».
E in linea generale in termini favorevoli anche a questa seconda richiesta si sono espressi sul fronte del centrosinistra sia Roberto Decarli di Trieste cambia che Patrick Karlsen dei Cittadini che lo stesso Giovanni Maria Coloni del Pd. Sulla questione il sindaco è intervenuto nel pomeriggio anche con una nota: «Il 12 giugno 1945 è la giornata in cui Trieste uscì simbolicamente dalla notte della Seconda guerra mondiale e dei totalitarismi – afferma Cosolini – iniziando con il Governo militare alleato un difficile, ma fecondo percorso di riconquista della libertà e della democrazia, di recupero dei valori della pace e della civile convivenza. Pertanto ribadisco la volontà di questa Amministrazione di dare seguito all’impegno preso affinché a quella data certo dirimente della storia contemporanea della città sia assegnato nel prossimo futuro un adeguato riconoscimento. La grandissima maggioranza dei nostri concittadini è abituata da tempo a guardare con rispetto e compartecipazione alle varie e distinte memorie della città, disponendo della consapevolezza culturale e della maturità civile necessarie a ospitarle in una spiegazione storica coerente e largamente condivisa».
Silvio Maranzana
www.ilpiccolo.it 11 giugno 2013