LETTERE
TRIESTE Mi sento di ringraziare il «politico» Giorgio Napolitano che nella sua veste di Presidente della Repubblica ha saputo saggiamente indicare la via che, partendo dalla commemorazione del 10 febbraio, possa portare le genti di queste terre verso un futuro di convivenza serena. Allo stesso modo sono grato al «politico» Gianfranco Fini per l’auspicio da lui rivolto nella stessa Giornata, nella sua veste di presidente della Camera dei deputati, sulla necessità di andare a riconsiderare i riconoscimenti un tempo assegnati al maresciallo Tito (riconosciuto mandante dei crimini commessi contro gli italiani di queste terre).
Tra i «politici» locali non posso invece non sottolineare come sia stato totalmente fuori luogo e maleducato (innanzitutto nei confronti di quanto si stava celebrando) il comportamento del «politico», che con un gruppo di giovani non ha trovato di meglio da fare che recarsi all’inaugurazione della mostra allestita a Trieste al museo della… Civiltà istriana, fiumana e dalmata per dare sfogo alle sue personali insoddisfazioni «politiche» nei confronti dell’ex-amico di partito Fini.
Spesso tra noi esuli e discendenti riflettiamo sugli effetti negativi della strumentalizzazione politica che abbiamo dovuto subire in questi 65 anni e come spesso noi italiani in generale siamo pronti a generalizzare criticando la «politica» nel suo insieme. Forse questo Giorno del ricordo ci ha dato l’occasione di riflettere su come i «politici» non siano tutti uguali. Sta a noi saperli riconoscere e distinguere. Agli uni il merito per aver degnamente interpretato e condiviso il Ricordo, agli altri la critica per il loro maldestro e maleducato tentativo di strumentalizzare una Giornata di interesse e valenza non personale ma «nazionale».
Franco Biloslavo
