Grazie all’accordo di Belgrado del 9 giugno 1945 tra angloamericani e jugoslavi, il 12 giugno seguente ha visto terminare l’occupazione da parte delle truppe partigiane “titine” a Trieste, Gorizia, Monfalcone e Pola dopo Quaranta giorni di violenze, deportazioni in campo di concentramento ed infoibamenti che però sarebbero proseguiti nella Zona B sotto amministrazione militare jugoslava. Per il capoluogo istriano il Trattato di Pace del 10 Febbraio 1947 avrebbe disposto l’annessione alla Jugoslavia comunista assieme a Fiume, Zara e a gran parte dell’Istria, mentre la sorte di Trieste sarebbe rimasta in bilico.
Tuttavia le amministrazioni comunali di Trieste, Gorizia e Monfalcone (in provincia di Gorizia) hanno inserito tra le ricorrenze cittadine quella del 12 giugno, onde celebrare la fine di un’occupazione straniera che aveva protratto la condizione di guerra, i lutti e le sofferenze ben oltre il 25 aprile 1945.
Il resoconto della giornata anche nell’articolo a cura della redazione di Trieste All News:
Spiace che a margine delle celebrazioni organizzate a Trieste dall’amministrazione comunale vi siano state delle affermazioni da parte del Presidente dell’Unione degli Istriani che, ancora una volta, hanno compromesso l’unità delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati nel rapportarsi con le istituzioni, essendo stata scatenata una discussione in merito alla primogenitura politica ed al coinvolgimento delle sigle patriottiche e della diaspora adriatica nelle manifestazioni del 12 giugno.
Il Presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Renzo Codarin ha ricordato che, nei decenni precedenti all’istituzione del Giorno del Ricordo con la Legge 92 del 30 marzo 2004, è stata la Lega Nazionale di Trieste a svolgere, coinvolgendo le associazioni degli esuli e le autorità cittadine, una cerimonia presso la Foiba di Basovizza in occasione del 12 giugno.
«Per Gorizia il giorno della liberazione rimarrà il 12 giugno – ha dichiarato il Sindaco del capoluogo isontino Rodolfo Ziberna – perché quando nel resto d’Italia si festeggiava la ritrovata libertà qui andavano in onda 40 giorni di puro terrore con deportazione e infoibamenti e credo sia giunto il momento che tutti ricordino insieme a noi e chiedano che venga fatta piena luce su quel periodo che presenta ancora troppe ombre».
Dallo scorso anno, il 12 giugno è stato riconosciuto ufficialmente come giorno della liberazione dall’occupazione delle truppe partigiane di Tito, responsabili delle deportazioni a guerra finita di centinaia di sorelle e fratelli goriziani che non fecero più ritorno alle loro case oltre 650 nomi sono ricordati sul lapidario, ma la Lega Nazionale, grazie alle ricerche effettuate dal Presidente della sezione cittadina Luca Urizio, ne aggiungerà altri nel lapidario che sarà realizzato nei prossimi mesi ed inaugurato il 3 maggio del 2022.
Sabato 12 giugno al Parco della Rimembranza il primo cittadino ed ex dirigente nazionale dell’Anvgd ha ricordato questa giornata insieme al prefetto Raffaele Ricciardi, ai presidenti del Comitato provinciale di Gorizia dell’Anvgd Maria Grazia Ziberna, della Lega Nazionale di Gorizia Urizio e dell’Associazione nazionale famiglie caduti e dispersi in guerra Pierraimondo Cappella, all’assessore Marilena Bernobich e ai consiglieri comunali Andrea Tomasella e Franco Hassek.
Anche a Monfalcone (GO) il 12 giugno è ricorrenza cittadina: il Sindaco Anna Cisint nella centralissima Piazza Cavour ha svolto la cerimonia commemorativa in ricordo del 76° della conclusione del periodo di occupazione della Città bisiaca da parte delle truppe titine jugoslave.
«Dal primo maggio al 12 giugno 1945 – ha ricordato la prima cittadina – le milizie partigiane titine occuparono Monfalcone per annetterla alla Jugoslavia. In quaranta giorni si consumarono sofferenze, violenze, sopraffazioni e deportazioni a danno della popolazione. Che nel ricordo di questa tragica stagione si possa consolidare la speranza di un futuro migliore per le nuove generazioni».
Alle ore 18:00 sulla pagina Facebook Monfalcone Eventi si è svolta la videoconferenza “75° di fine occupazione jugoslava. Ritorno di Monfalcone all’Italia”.
La conferenza tratta dei tragici eventi avvenuti a Monfalcone e mandamento, con arresti, uccisioni, deportazioni, infoibamenti, ecc., sin dal 1943, ma soprattutto nel 1944-1945 e a fine guerra, compresi i 40 giorni di occupazione delle truppe titine, sino al ritorno di Monfalcone all’Italia nel 1947.
Oltre a descrivere le vicende, personaggi, vittime e carnefici, si giunge a un quadro ancora sconosciuto, avvolto nel mistero, ad oggi raccontato in chiave diversa dai reali accadimenti che ancora dividono sulla questione, grazie alle varie testimonianze, che hanno contribuito a chiarire cause di certi orrori.
Un muro di omertà dovuto anche ai silenzi diplomatici sia italiani, che jugoslavi e internazionali di parte alleata.
I relatori sono stati il Dott. Mauro Steffè, il Cav. Uff. Giovanni Guarini ed Alberto Vittorio Spanghero; ha portato i saluti dell’amministrazione comunale l’Assessore Luca Fasan.
Riportiamo, infine, alcune dichiarazioni rilasciate in merita alla ricorrenza del 12 Giugno.
L’Assessore della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia Fabio Scoccimarro ha affermato che “nello spirito di questa data sarebbe auspicabile che tutti i Paesi ex jugoslavi venissero a inchinarsi alla Foiba di Basovizza, come ha fatto l’anno scorso il il Presidente della Repubblica slovena”.
[Fonte: http://www.agenparl.eu/12-giugno-scoccimarro-festa-doverosa-che-richiede-inchino-alle-foibe/]
Il Consigliere regionale della Liguria Angelo Vaccarezza ha, infine, voluto ricordare in una dichiarazione riguardo la ricorrenza del 12 Giugno che Trieste è stata «insignita della medaglia d’oro al Valor militare, indicandone in un significativo passaggio la motivazione: “Sottoposta a durissima occupazione straniera, subiva con fierezza il martirio delle stragi e delle foibe non rinunciando a manifestare attivamente il suo attaccamento alla Patria”».
[Fonte: http://www.ivg.it/2021/06/vaccarezza-ricorda-la-liberazione-di-trieste-dalle-truppe-di-tito]
Rassegna a cura di Lorenzo Salimbeni