In seguito al collasso politico, militare ed istituzionale verificatosi l’8 settembre 1943, in Istria e Dalmazia il vuoto di potere che si realizzò consentì all’esercito partigiano di Tito di prendere il controllo della situazione per un mese circa. Avvenne così la prima ondata di violenze nei confronti della comunità italiana locale, vittima di arresti arbitrari, processi sommari, fucilazioni, sepolture in fosse comuni ed infoibamenti. Si trattava soprattutto di persone che per il loro ruolo lavorativo o sociale rappresentavano lo Stato, ovvero la plurisecolare presenza dell’italianità nell’Adriatico orientale: la nuova Jugoslavia che sarebbe nata a guerra finita avrebbe incluso anche quelle terre in cui sloveni e croati rappresentavano una minoranza e gli italiani costituivano, invece, la maggioranza della popolazione e perciò andavano colpiti nei loro punti di riferimento e tutto ciò che riconduceva allo Stato italiano doveva essere annientato.
Di questa mattanza fu vittima anche Norma Cossetto, studentessa istriana figlia di un piccolo proprietario terriero dell’entroterra istriano che in quel momento insurrezionale rappresentava, però, il simbolo della presenza italiana dominatrice nei confronti delle masse rurali slave. Questa “colpa” ricadde su tutta la famiglia e anche la giovane laureanda dell’Università di Padova fu sequestrata, violentata ed infine scaraventata nella foiba di Vines (nei pressi di Albona) il 5 ottobre 1943.
Il Comitato provinciale di Trieste dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia in collaborazione con il Comune di Trieste commemorerà Norma Cossetto giovedì 5 ottobre alle ore 17:30 in via Cossetto, ove verrà posta una corona d’alloro presso la stele che commemora la ragazza; interverrà la banda dell’ANVGD Trieste.