di MATTEO UNTERWEGER
Il blitz delle targhette nel cuore della notte. Quella dell’ultimo Consiglio comunale prima della pausa di agosto, durante la quale si è fatto largo il via libera alla sistemazione della doppia bandierina sui pali sotto i cartelli stradali con i nomi delle frazioni del Comune. Una dovrà raffigurare il tricolore italiano e l’altra il vessillo dell’Unione europea: spetterà ora all’amministrazione Dipiazza tradurre in concreto la richiesta contenuta nella relativa mozione presentata dal capogruppo aennino Antonio Lippolis.
Un atto che, per l’appunto, ha incassato l’ok dell’assise comunale in piena notte, quando gran parte dei consiglieri dell’opposizione aveva già levato le ancore. Per andare a segno, all’atto sono stati sufficienti soli 15 voti favorevoli contro 6 contrari. Due sono state le astensioni e altrettante le non partecipazioni dichiarate al voto. In tutto, erano 25 i consiglieri presenti a quel punto della seduta. Gli altri, conclusi i lavori sulle delibere (quella bocciata con la retromarcia della maggioranza sull’istituzione della commissione d’indagine sul Prg e l’altra passata, inerente l’approvazione della maxivariazione di bilancio), avevano già lasciato l’aula. Questa la decisione di quasi tutta l’opposizione: dello schieramento, alla fine, a rimanere seduti sono stati unicamente Igor Svab del Pd ed Emiliano Edera della Lista Rovis, oltre alla “mina vagante” Alessandro Minisini (Gruppo misto). I primi due hanno votato contro la mozione mentre Minisini non ha partecipato al voto. Assenti, oltre a 13 esponenti del centrosinistra, pure il sindaco Roberto Dipiazza, il presidente del Consiglio comunale Sergio Pacor (Pri) e Paolo Di Tora, altro componente del Gruppo misto di provenienza però forzista. Chissà come sarebbe finita la votazione se in aula ci fossero stati tutti, specie ipotizzando il voto compatto e contrario dell’opposizione? «In quel caso forse la mozione non sarebbe passata – ammette candidamente Lippolis – ma ciò che conta è il risultato. Visto che negli Stati Uniti mettono la bandierina anche sui tavoli dei ristoranti, non vedo comunque cosa ci sia di male nel rivendicare l’orgoglio nazionale. Ora mi occuperò di vigilare affinché il tutto sia portato a compimento». L’esponente aennino aveva avviato l’iniziativa, prendendo spunto dalla necessità di chiarezza – a suo dire – innescata dal fatto che «tutti i cartelli che indicano le frazioni del Comune di Trieste sono scritti in italiano e sloveno» e ancora dalla considerazione che «dopo l’applicazione del trattato di Schengen si è creata una certa confusione – soprattutto per chi arriva da fuori città – sulla precisa delimitazione dei confini nazionali», oltre alla sottolineatura dell’arrivo sui cellulari degli «sms informativi che comunicano all’utente l’ingresso in Slovenia o Croazia» in molte zone del territorio comunale.
Tornando alla notte dell’ultimo Consiglio comunale prima della sosta: «Siamo usciti dall’aula – spiega il capogruppo del Pd in Municipio, Fabio Omero – perché le ragioni per cui il centrodestra ha deciso di continuare la seduta stavano solo nel gettone in più garantito dopo la mezzanotte e nella giustificazione per l’assenza dal lavoro della giornata successiva. Per la gioia del ministro Brunetta, naturalmente…».
La mozione Lippolis, peraltro, è stata approvata con alcuni aggiustamenti. In primis un auto-emendamento dello stesso consigliere di An-Pdl, con cui si prevede di «apporre sui pali sotto i cartelli stradali recanti i nomi delle frazioni del Comune di Trieste» le due targhette, modificando così l’indirizzo precedente che proponeva la stampa direttamente sui cartelli stessi. Inoltre, è stata un’iniziativa del leghista Giuseppe Portale ad aggiungere anche la bandiera europea a quella italiana mentre il forzista Lorenzo Giorgi ha completato l’elenco delle frazioni interessate, sistemando Banne, Opicina e Conconello accanto alle già presenti Basovizza, Grignano, Gropada, Longera, Padriciano, Prosecco, Contovello, Santa Croce, Trebiciano e Villa Opicina. Tutti emendamenti fatti propri da Lippolis.