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Trst je nas su Playboy? Solo goliardia (Il Piccolo 15 feb)

di LISA CORVA

Getta acqua sul fuoco e nega di aver voluto confezionare una provocazione politica Borut Omerzel, il direttore del Playboy sloveno, che ha appena messo in copertina la triestina Giulia Cobez in lingerie di pizzo nero, vicina alla scritta ”Trst je naš”. E, di fronte alle polemiche innescate dagli ammiccamenti della bionda modella ventiseienne, si dimostra quasi sorpreso. Ma anche, comprensibilmente, un po’ compiaciuto: da direttore, infatti, pensa alle vendite e non disdegna la pubblicità.

«Sia chiaro però – si affretta a precisare Omerzel -. ”Trst je naš” era semplicemente una battuta. Un po’ goliardica magari, ma è la stessa frase ad effetto che avremmo usato mettendo in copertina una bella ragazza francese. Avremmo scritto: Parigi è nostra o prendiamoci Parigi…». Nessun riferimento politico quindi? «Ci mancherebbe altro, e mi dispiace se il titolo è stato interpretato così, se ho offeso gli animi di qualcuno. Ma le sembra che vado a fare provocazione politica? Dirigo Playboy! Ci interessano le belle ragazze, e la bella vita, nient’altro».

Eppure più di qualcuno ha letto tra le righe la volontà di avanzare, seppur ironicamente, delle pretese occupazioniste («come a suo tempo i partigiani hanno liberato Trieste, così noi di Playboy l’abbiamo liberata dai suoi vestiti. Viva la libertà!» si legge nella rivista). Anche perchè la scelta di mettere in prima pagina la ”mula” Giulia accanto il grido di battaglia titino proprio sul numero uscito a ridosso del Giorno del ricordo, non è sembrata casuale. «Guardi – continua il direttore dell’edizione slovena di Playboy -, io ho 39 anni. Sono nato, è vero, nell’ex Jugoslavia, ma penso, come la maggior parte dei giovani sloveni, che ora Trieste sia semplicemente una bellissima città confinante. Dove fanno il miglior caffè del mondo. L’unica cosa che mi auguro, casomai, è che venga inaugurato un treno veloce di collegamento tra Lubiana e Trieste. Per venire a prendere un espresso in piazza Unità un po’ più frequentemente. Invasione sì, ma pacifica: e reciproca».

E, a riprova del suo amore per la città, Omerzel cita altri segnali d’attenzione ospitati sulla sua rivista. «Io adoro i vostri caffè storici, tant’è che nel 2009, proprio su Playboy, abbiamo dedicato un servizio fotografico alle più belle sale di Trieste: il Caffè degli Specchi, il Tommaseo, l’Urbanis appena restaurato… Non vedo l’ora di tornarci, per un espresso e una passeggiata al mare, magari con la mia famiglia, tra fine aprile e i primi di maggio, quando Trieste è al suo meglio». Niente intenzioni belligeranti, quindi, e neppure troppo osé: anche il direttore di Playboy, ormai, tiene famiglia.

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