Aveva per così dire anche una ramificazione istriana la famosa truffa di 22 milioni di euro ai danni dell’Inps, scoppiata agli inizi del mese scorso. Da queste parti se ne parla solo ora, dopo che sono spariti dalla circolazione poiché arrestati, alcuni personaggi che aiutavano i titolari delle cosiddette pensioni italiane o i loro eredi a sbrigare le pratiche.
«Dove sono finiti i due avvocati di Roma?», si chiedono in tanti, riferendosi molto probabilmente a Nicola Staniscia (indagato assieme alla moglie Gina Tralicci, anche lei avvocato) che arrivava in Istria accompagnato da un collaboratore e spesso anche dalla segretaria Barbara Conti, un nome quest’ultimo diventato familiare nell’ambiente. Molto presto si erano fatti apprezzare per il fatto che riuscivano a risolvere anche le pratiche più complesse, quasi senza speranza.
Ovviamente per il loro lavoro si facevano pagare la provvigione, non è mai stato chiaro a quanto ammontasse. Ciò ha dato adito a vari commenti, come ad esempio: «Hanno preso quello che volevano senza chiedere nulla», oppure: «Meno male che hanno risolto la pratica, non mi interessa quanto si sono presi». Arrivavano in aereo a Ronchi dei Legionari, qui noleggiavano un’auto e poi raggiungevano Parenzo, Visignano, Albona e altre località dove potevano contare sul supporto logistico di qualcuno del posto mosso dal desiderio di aiutare i compaesani a incassare i soldi dall’Inps.
In base a una valutazione grossolana, nell’arco di 8 anni avrebbero risolto un migliaio di pratiche nelle quali citavano l’Inps in tribunale vincendo quasi sempre la causa. A parte la questione non ben definita della provvigione, in questa ramificazione istriana non sembrano emergere azioni illegali nel loro operato.
Ed è sparita dalla circolazione anche Adriana Mezulic che alcuni giornali italiani riportano come Adriana Mezzoli, a capo del Patronato Enas di Pola, ora agli arresti domiciliari nel suo appartamento a Padova. Come scrivono diversi quotidiani italiani sarebbe stata lei a fornire i nomi di centinaia di residenti all’estero, soprattutto in Argentina e Croazia, ignari della pretesa creditoria o addirittura deceduti. Gli avvocati quindi presentavano ricorsi contro l’Inps per ottenere oneri accessori sulle pensioni, contro il dicastero della Giustizia per il riconoscimento dell’equa riparazione per lungaggini processuali.
Alcuni istriani raccontano che Adriana essendo informata dell’imminente versamento degli arretrati delle cosiddette pensioni italiane, chiamava il titolare per dargli la bella notizia dicendo che il merito era tutto suo quasi a esigere un premio. E non sono pochi quelli che hanno pagato. Un fatto è certo: da quando l’Inps ha cominciato circa 30 anni fa a versare le pensioni italiane agli istriani, il suo tenore di vita è salito di molto. Si sarebbe comperata una villa a Promontore che viene affittata, un appartamento a Padova e un altro a Roma ultimamente rivenduto. E poi dinanzi a casa sua a Pola c’era sempre una bella Mercedes fiammante.
p.r. / www.ilpiccolo.it 28 luglio 2013