Finalmente siamo tornati al cinema e la ripresa ci ha consentito di vedere “Alida”, docufilm bloccato da più di un anno. Martedì 18 maggio ha avuto luogo al cinema Intrastevere di Roma una proiezione evento cui è intervenuto un cospicuo pubblico, come si è del resto riscontrato anche nelle altre proiezioni di questi giorni nelle sale dei cinema romani Lux ed Eden: i posti disponibili in base al distanziamento anti-covid erano tutti occupati. Erano presenti in sala il regista Mimmo Verdesca, il nipote e la nuora di Alida Valli, la presidente del comitato provinciale di Roma dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Prof.ssa Donatella Schürzel. L’ANVGD è uno degli sponsor di questa produzione e già nell’ottobre scorso aveva svolto un’anteprima di presentazione di questo docufilm nel corso della manifestazione “La Bancarella. Salone del libro dell’Adriatico orientale” svoltasi a Trieste.
Si tratta di un bellissimo film documentario, che riesce a tenere desta l’attenzione nonostante la lunghezza: molto suggestiva la voce narrante di Giovanna Mezzogiorno, il cui timbro a tratti ricorda proprio quello di Alida Valli. Grazie a Verdesca, giovane, ma senz’altro di talento genuino, e a Pierpaolo De Mejo, nipote di Alida (all’anagrafe Alida Maria Altenburger von Marckenstein und Frauenberg), che, grazie alle lettere conservate dalla nonna, ne ricostruisce i tratti salienti della vita, apprezziamo ancora di più sia la donna che l’attrice. Praticamente una lectio magistralis sul cinema, quello vero, del secolo breve, grazie al ruolo di protagonista di Alida che possiamo ammirare in scene di film celeberrimi. Ma Alida è stata sempre molto fiera della sua famiglia, sia quella d’origine, che la sua: una figlia, una mamma e una nonna dolcissima. Per proseguire la gravidanza rescisse persino il contratto con David Selznick, il grande produttore.
Alla fine del film, mentre scorrono le immagini strazianti dell’Esodo da Pola, si ricorda la sua istrianità di cui andava fiera. Si accenna anche che la sua città le ha dedicato un cinema, il Kino Valli. Posso ricordare che la dedica sollevò molte polemiche da parte dei nazionalisti croati, ma d’altronde l’insegna dovrebbe essere, secondo la legge croata, bilingue, però a Pola vige un bilinguismo ampiamente disatteso. Nella sua città natale (nacque all’ombra dell’Arena il 31 maggio 1921), non esiste infine nessuna iscrizione che la ricordi anche perché, di fronte alla proposta di essere annoverata come artista croata, Alida Valli rispose: “Sono nata italiana e morirò italiana”.
Eufemia Giuliana Budicin
Dirigente Comitato ANVGD di Roma