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TV Capodistria, garantire la visibilità dei programmi – 18set13

La visibilità di TV Capodistria via satellite non deve essere ridimensionata sul territorio dove finora era tranquillamente ricevibile. È il pensiero comune espresso da istituzioni in regione e anche da importanti personalità del mondo politico e culturale italiani.

Com’è noto, dal primo ottobre, giorno in cui cesseranno le trasmissioni in parallelo su due frequenze satellitari, i programmi in lingua italiana preparati a Capodistria saranno visibili soltanto sulla piattaforma Eutelsat, 16 gradi Est e non più sull’attuale satellite Hotbird, 13 gradi Est, che rilancia anche gli altri programmi italiani. Ciò costringerà le famiglie che usano l’antenna satellitare a sintonizzarsi sulla nuova frequenza oppure a rinunciare a TV e Radio Capodistria.

Per evitare che ciò accada si sono mobilitate numerose organizzazioni. Per la Comunità autogestita costiera della nazionalità italiana, va cercata una soluzione definitiva all’annoso problema della visibilità di TV Capodistria, soprattutto in Istria e a Fiume, dove vive la maggioranza degli appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana.

“Il cambio di frequenza porterà inevitabili disagi e pertanto si stanno cercando strade alternative”, afferma Alberto Scheriani, presidente della CAN costiera oltre che del Comitato dei programmi italiani di Radio e TV Capodistria. “Cerchiamo di capire se sia possibile accedere al digitale terrestre croato. Le Radiotelevisioni nazionali di Slovenia e Croazia ne stanno discutendo. Da parte nostra abbiamo in calendario un incontro con il presidente della Regione Istriana, Valter Flego, per valutare se siano possibili interventi di sostegno da parte della sua amministrazione. Parallelamente, chiederemo che sia affermato, una volta per tutte, il ruolo della Radiotelevisione di Capodistria come istituzione comune per la CNI in Slovenia e Croazia. I ministeri della Cultura dei due Paesi devono prenderne atto e risolvere una volta per tutte i problemi di visibilità delle emittenti capodistriane”, conclude Scheriani.

gk / “la Voce del Popolo” 17 settembre 2013

 

 

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