(di Franco Quintano) (ANSA) – BELGRADO, 13 MAR – A tre mesi dalla liberalizzazione dei visti per tre Paesi dei Balcani occidentali – Serbia, Macedonia e Montenegro – e' scattato l'allarme esodo: dall'inizio dell'anno infatti centinaia, forse migliaia di cittadini serbi e macedoni, in larga parte di etnia albanese e rom, si sono riversati in vari Paesi dell'Ue, Belgio e Svezia in particolare, con l'obiettivo di chiedere asilo e migliorare le proprie condizioni di vita caratterizzate da poverta' e disoccupazione. La dirigenza belga, temendo un afflusso indiscriminato di migranti balcanici, e' subito intervenuta respingendo le richieste di asilo e disponendo i primi rimpatri. Le autorita' di Belgrado e Skopje sostengono che il fenomeno riguarda alcune centinaia di migranti – il ministro dell'Interno serbo Ivica Dacic ha parlato di circa 400 persone (serbi e macedoni) richiedenti asilo in Belgio e 500 in Svezia – ma secondo i media e varie Ong il loro numero sarebbe ben piu' alto, fra le 5 mila e le 10 mila unita'.
Le regioni interessate dal fenomeno delle partenze di massa sono il sud della Serbia, in particolare i distretti di Presevo e Bujanovac, e il nord della Macedonia – sopratutto la zona di Kumanovo – dove piu' numerosa e' la popolazione di etnia albanese e rom. Riza Halimi, presidente del Partito di azione democratica – che rappresenta gli albanesi che vivono nel sud della Serbia – ha parlato anch'egli di migliaia di partenze verso i Paesi Ue, affermando che dall'inizio di gennaio almeno due agenzie di viaggi hanno effettuato collegamenti continui con autobus pieni di passeggeri verso i Paesi comunitari, sopratutto Belgio e Svezia. Tutto cio' ha indotto il premier belga Yves Leterme a recarsi urgentemente nei giorni scorsi in Macedonia e Serbia per spiegare alle popolazioni locali che Bruxelles non prevede in alcun caso di concedere asilo politico su base economica. ''Le informazioni che vengono diffuse sulla politica dell'emigrazione belga sono completamente errate. Il mio Paese non da' asilo politico ai rifugiati economici, e quindi non ha alcun senso partire per il Belgio'', ha detto Leterme a Skopje.
Il sottosegretario belga all'immigrazione Melchior Wathelet da parte sua, incontrando le autorita' locali a Bujanovac (sud della Serbia), ha messo in guardia coloro che meditano di partire per il nord Europa dai pericoli di manipolazione e false promesse da parte di persone senza scrupoli e interessate a lucrare sulla pelle della povera gente. Anche la Svezia e' intervenuta per frenare gli arrivi di migranti dai Balcani. L'ambasciatore svedese a Belgrado Krister Bringeus ha parlato qualche giorno fa di 770 cittadini serbi, in maggioranza di etnia rom, che hanno chiesto asilo solo negli ultimi due mesi (un numero pari a quello dei serbi giunti in Svezia nel corso dell'intero 2009), sottolineando che nessuna di tali domande verra' accolta e che i richiedenti asilo verranno presto tutti rimpatriati. Cosa questa che il Belgio ha gia' cominciato a fare, rimandando in patria un primo gruppo di 44 richiedenti asilo, tornati nei giorni scorsi nelle loro terre di origine nel sud della Serbia e in Macedonia. E nel timore he da Bruxelles arrivino ripensamenti sulla liberalizzazione dei visti, Serbia e Macedonia hanno annunciato l'intenzione di cooperare per contrastare il fenomeno delle partenze di massa, indagando al tempo stesso per accertare l'eventuale esistenza di piste legate alla criminalita'. (ANSA).