La ripresa delle attività dopo la pausa estiva per la Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” di Umago è cominciata con i fuochi d’artificio che sono arrivati la prima domenica di settembre con l’attesissimo appuntamento della Regata storica di Venezia. Quest’anno la manifestazione ha segnato finalmente il ritorno alla normalità con la squadra di vogatori umaghesi e salvorini, sempre in perfetta forma, circondati nuovamente dall’affetto della sessantina di amici e sostenitori che sono partiti all’alba da Umago in trasferta per Venezia, per fare il tifo e condividere con i loro “campioni” le emozioni della gara.
Magia e spettacolo
È sempre difficile descrivere la magia e lo spettacolo di questa giornata di briosa festività dall’atmosfera contagiosa che riempie di gioia di vivere, all’interno della meravigliosa cornice della città lagunare con i suoi palazzi di merletto e i ponti che sciamano di persone. Ma al di là delle celebrazioni i vogatori di Umago e Salvore sostengono che “partecipare alla Regata vuol dire entrare direttamente in contatto con lo spirito della Serenissima, con la tradizione della voga veneta. Ci sentiamo così coinvolti – dicono – perché quando parliamo di cultura veneta facciamo riferimento al bagaglio di conoscenze e di valori che ci sono stati tramandati nei secoli dai nostri avi”. Per gli istriani in cima a questi valori c’è l’amato dialetto istro-veneto, ma non bisogna dimenticare che si condividono anche usi e costumi, la cucina, la musica, le feste. E, proseguono i ragazzi, “in due giorni di permanenza a Venezia ci immergiamo completamente in queste acque tanto familiari”.
Orgoglio ed emozione
Con gli occhi che brillano, ci raccontano dell’indescrivibile “misto di orgoglio ed emozione che si prova quando ognuno prende il proprio posto in piedi sulla bissona con il busto rivolto verso la prua, il remo impugnato con entrambe le mani in attesa del segnale di via del pope Silvano Pelizzon, quando i remi all’unisono vengono calati in acqua entrando in posizione verticale”. E subito la barca inizia a scivolare leggera in direzione del Canal Grande a fianco delle imponenti imbarcazioni del Corteo storico e delle Società remiere della Laguna. Si rema attenti e concentrati al movimento del traffico in canale, ma lo sguardo non può far a meno di correre ora alla maestosa chiesa della Salute sulla sinistra, ora alla pietra bianca dei palazzi di Piazza San Marco che sbucano a destra. Una sbirciatina al Ponte dei Sospiri e già il pope avvisa “ocio a la testa” perché la barca sta per passare sotto il Ponte di Rialto. Poi arriva il momento solenne del passaggio del corteo davanti alla Machina, il palco posto all’altezza di Ca’ Foscari dove stanno radunate le autorità e gli ospiti di riguardo. In quel punto i vogatori alzano i remi verso il cielo in segno di saluto. “Quest’anno l’istante è stato particolarmente toccante in quanto il palco ospitava anche i nostri presidenti Daniel Ossich e Floriana Bassanese Radin.” Ovviamente passare davanti alla nostra gente ha reso il momento quasi trionfale e ha invigorito i gesti rendendoli ancora più precisi facendo esplodere la fierezza sui volti abbronzati.
La presenza in Machina
Il grande privilegio della presenza in Machina è stato concesso ai nostri grazie all’impegno dell’Unione Italiana e della Regione del Veneto con rispettivi presidenti Maurizio Tremul per l’UI e Roberto Ciambetti per il Consiglio della Regionale. Ma vogliamo ricordare (e ringraziare) anche le altre istituzioni che, anno dopo anno, garantiscono la continuità della partecipazione all’evento: il Comune di Venezia e la Città di Umago.
Amicizie vecchie e nuove
Dopo lo sforzo e la soddisfazione della remata, c’è la parte più piacevole di tutta la giornata quando si fa la sosta sul molo di Palazzo Grassi e si ristorano i muscoli stremati con abbondanti bocconi di “rebechin” e frequenti dosi di malvasia da condividere con gli amici delle società remiere di Venezia. È il prezioso momento della socializzazione che, nella ritualità che si ripete negli anni, costituisce una piccola tradizione individuale all’interno di quella storica. È la rimpatriata in cui si salutano con calore i volti già noti e si fa conoscenza con quelli nuovi da accogliere nella cerchia. Tra le new entry di quest’anno c’è stata una simpatica e intraprendente signorina che, in virtù delle sue ascendenze da oltre Adriatico, si è accesa di entusiasmo per i rematori di Umago e Salvore ed è saltata in barca decisa ad accompagnarli sulla via del ritorno in Arsenale. Il fascino magnetico dei ragazzi doveva essere notevole, perché li ha seguiti incantata fino al ristorante, dimenticandosi, tra l’altro, di avere un fidanzato rematore che stava partecipando alle gare ufficiali. Chissà, magari si sarebbe unita a loro anche nel viaggio di rientro in Istria. Vi immaginate le impacciate giustificazioni da dare a mogli e fidanzate a casa? “Maria, la ne xe vignuda drio fina qua, podemo tegnirla?”
Maura Favretto
Fonte: La Voce del Popolo – 27/09/2022