Il mare Adriatico rappresenta oggi una delle zone più vulnerabili del bacino mediterraneo, vista la presenza di grandi corridoi marittimi attraversati dalle petroliere dirette verso i porti dell’area nord-adriatica. Una condizione ambientale già di per sé precaria che, tuttavia, può essere ulteriormente aggravata dal verificarsi di grandi disastri, come collisioni, naufragi o fuoriuscita accidentale di petrolio oppure altri materiali tossici in acqua.
Muove da qui l’esigenza di creare una pratica condivisa di pronto intervento tra le comunità appartenenti alla regione adriatica. L’iniziativa in questo senso è partita un anno fa e porta il nome di HAZADR. Si tratta di un progetto di respiro europeo il cui obiettivo principale è la creazione di una rete transfrontaliera per la prevenzione dei rischi e la gestione delle emergenze, al fine di ridurre il rischio di inquinamento e contaminazione del mare Adriatico e delle zone costiere, nonché rafforzare una comune capacità di pronto intervento contro i rischi ambientali e tecnologici.
Nell’iniziativa – finanziata dal Programma di cooperazione transfrontaliera IPA-Adriatico 2007-2013 e coordinata dal Servizio di Protezione Civile della Regione Puglia –, è coinvolta anche la nostra Regione, il cui vicepresidente, Marko Boras Mandić, ha preso parte alla seconda riunione del consiglio direttivo di HAZADR, che si aperta ieri e si conclude oggi all’albergo “Jadran” di Pećine.
“Uno dei motivi per il quale abbiamo deciso di candidare questo progetto al programma IPA è stato dettato dalla necessità di migliorare le competenze e l’organizzazione delle regioni nonché del personale operativo coinvolti nell’attuazione dei piani di intervento in mare in caso di inquinamento”, ha detto Boras Mandić, rendendo noto che uno degli obiettivi della riunione iniziata ieri è quello di stabilire le modalità di realizzazione di un Centro formativo per operatori, che fungerà da centro di coordinamento per tutta la regione adriatica e che verrà aperto proprio nel capoluogo quarnerino al termine del progetto (entro la fine del 2015). “Lo sviluppo del sistema portuale della nostra Regione porta inevitabilmente a un aumento del traffico marittimo e quindi a minacce e rischi maggiori per l’ambiente marino e costiero, con possibili ripercussioni disastrose sia per l’ecosistema marino che le attività economiche legate a esso”, ha aggiunto.
Marco Meggiolaro, della Protezione civile Regione Puglia nonché coordinatore del progetto, ha precisato che l’iniziativa prevede, tra l’altro anche lo svolgimento di esercitazioni e e simulazioni in mare e di sperimentazioni riguardanti il possibile coinvolgimento delle marinerie locali nelle attività di monitoraggio.
Al progetto, oltre a Italia e Croazia, prendono parte anche Slovenia, Albania e Montenegro, ossia praticamente tutti i Paesi che si affacciano sul mare Adriatico. La Regione litoraneo-montana sostiene HAZADR con 51.990 euro (il resto, circa 294mila euro, viene coperto dall’UE).
Monica Kajin Benussi
“la Voce del Popolo” 3 ottobre 2013