di NIKI ORCIUOLO
Separato solo dalla verde penisola di Santa Lucia e a breve distanza dal grande marina di Portorose, sempre animato dalla presenza di tanti diportisti nautici e da centinaia di imbarcazioni di ogni dimensione, si incontra un paesaggio insolito, magico, quasi lunare. E’ la Valle di Sicciole, occupata fin dal Medioevo da estese saline che, dagli anni Sessanta, sono state in gran parte abbandonate ma, che per quasi 10 secoli, costituivano la più grande fonte di benessere di tutta la costa istriana. Nell’insieme un vasto territorio di ben 650 ettari, recentemente trasformati in parco regionale e riserva naturale,
da punta Sezza al fiume Dragogna che segna il confine con la Croazia.
Vale la pena, nonostante una sensazione un po’ spettrale di decadenza, visitare l’interessante Museo del Sale allestito, proprio al centro delle saline, vicino ai canali (le cosiddette “strade del sale”), vasche, chiuse e canalette di scolo, in due vetuste case di salinari per fortuna e, quasi in extremis, recuperate e restaurate. Nei pressi è visibile una pompa a vento e, per scopi turistici, didattici e solo in parte commerciali, è ancora prodotta una piccola quantità di sale usando gli utensili tradizionali. Nei mesi estivi c’è pure la possibilità di partecipare ad escursioni che vengono organizzate due volte al giorno con una barca che parte da Pirano e Portorose, che permettono, oltre alla visita del museo e delle saline, di assistere al lavoro degli ultimi salinari. Il sale era raccolto, asciugato, lavato e caricato su pesanti chiatte di legno dette maone che venivano trainate fino ai grandi magazzini ancora esistenti
I diportisti nautici in cerca di luoghi insoliti da visitare, potrebbero pure infilarsi, con attenzione, nel lungo canale di San Bartolomeo che costeggia e delimita un bordo delle saline di Sicciole. Numerosissime imbarcazioni, generalmente di piccole e medie dimensioni, sono allineate lungo la riva del canale che, prima di aprirsi al mare, forma una piccola insenatura occupata da uno degli ultimi squeri dove vengono, all’aperto, costruite e riparate barche tradizionali in legno e pescherecci. A pochi passi anche un ristorante di pesce con ampio giardino dove ci si può ristorare dopo aver osservato l’antico lavoro dei maestri d’ascia e immaginato il duro lavoro dei quasi 2000 salinari che erano qui impegnati negli anni di maggior produttività delle saline di Sicciole.
Se avrete tempo di aspettare che il sole si abbassi sull’orizzonte, il gioco dei riflessi sulla bianca distesa di terra, acqua stagnante, fango e canali non potrà non affascinarvi con il suo spettacolare e mutevole panorama.