TRIESTE/ROMA – “Questo è uno degli incredibili risultati del 10 febbraio, Giorno del Ricordo, che è riuscito a sensibilizzare l’opinione pubblica italiana e il governo tanto da essere entrato nella pelle della nazione”. Questa la dichiarazione, a caldo, del presidente di FederEsuli, Renzo Codarin, alla notizia che il ministero ha previsto tra i temi della maturità anche uno dedicato alle foibe. “Per la Federazione degli esuli Istriani Fiumani e Dalmati – ha proseguito il presidente Codarin –, è una grande soddisfazione, in particolare per il fatto che si tratta del dialogo con i giovani sulla nostra storia, che fa parte ora pienamente della storia d’Italia”.
IL TEMA Foibe ed esodo giuliano-dalmata sono contenuti, infatti, in una delle tracce proposte agli studenti per il tema a sfondo storico di italiano agli esami di Stato per la maturità di quest’anno nelle scuole medie superiori. Questo il titolo completo: “Ai sensi della legge 30 marzo 2004, la Repubblica riconosce quale Giorno del Ricordo il 10 febbraio al fine di conservare e ricordare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo dalle loro terre degli istriani e fiumani nel secondo dopoguerra. Il candidato delinei la complessa vicenda del confine orientale, del patto di Londra e del trattato di Osimo, soffermandosi in particolare sugli eventi tra il 1943 e il 1945.”
TRAGEDIA STORICA “L’apertura delle buste con le tracce per gli studenti dell’ultimo anno – afferma in una nota il presidente dell’Anvgd, Lucio Toth –, restituisce alla riflessione dei giovani e di tutta l’opinione pubblica italiana la consapevolezza di una tragedia storica che colpì non soltanto una regione di confine con la sua popolazione autoctona costretta all’esodo dalla violenza dell’occupazione comunista jugoslava, ma l’intera Italia, che perse con il trattato di pace del 1947 una significativa parte del suo territorio”.
VICENDE DEL DOPOGUERRA Sono trascorsi oltre 60 anni da quei drammatici eventi, e sono stati necessari oltre 60 anni perché venissero accolti nella piena coscienza dell’Italia. “In questo senso – sottolinea Toth –, le associazioni degli esuli hanno lavorato instancabilmente, con serietà ed equilibrio, sino ad ottenere la recente istituzione, presso il ministero della Pubblica Istruzione, di un tavolo di coordinamento per le scuole e l’insegnamento, il cui proficuo lavoro ha evidentemente reso i primi frutti. La traccia risponde ad una domanda che in questi anni è stata sollevata, non tra i vecchi profughi, ma tra i giovani delle scuole e delle università, desiderosi di far luce su queste vicende del secondo dopoguerra, che hanno segnato il punto più basso della storia nazionale dal 1861. La perdita di una parte del territorio nazionale acquistato nella Prima guerra mondiale a prezzo di tanti sacrifici ed abitato da una maggioranza italiana autoctona dai tempi di Venezia e dell’Austria”.