Destando sorpresa in molti goriziani e all’insaputa dei Sindaci di Gorizia e di Nova Gorica, ma anche della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, gli ultimi 300 metri di recinzione rimasti simbolicamente in piedi dopo l’apertura del confine che tagliava in due il capoluogo isontino, sono stati abbattuti.
Si trattava dell’ultimo tratto del cosiddetto “muro di Gorizia”, il quale ricalcava il confine delineato dal Trattato di Pace del 10 febbraio 1947 che separava la periferia orientale dal resto di Gorizia, ma divideva anche case e terreni, disarticolava proprietà immobiliari e dipendenze, chiudeva usuali vie di passaggio e recideva parentele ed amicizie.
La ditta che doveva allestire una nuova pista ciclabile ha largheggiato nelle opere accessorie, andando ad abbattere questa reliquia della Guerra Fredda, che adesso sarà tenuta a ripristinare: entrambi i sindaci e buona parte dei loro cittadini non sono certo nostalgici dei tempi della separazione, ma sanno che quel tratto di muro appartiene alla storia locale e serve a ricordare quanto quel territorio abbia sofferto nel corso del Novecento. [LS]