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Un falso Crali alla Stadion bozzetto ritirato dall’asta (Il Piccolo 16nov12)

Era sul punto di andare all’asta, questa sera, alla Stadion di Trieste, un falso bozzetto attribuito al grande pittore futurista Tullio Crali (1910-2000), opera in realtà del meno quotato pittore e illustratore Paolo Paschetto (1885-1963), autore fra l’altro dell’emblema della nostra Repubblica. Il lotto numero 143 del catalogo della Stadion, attribuisce a Tullio Crali una tempera su carta di cm. 31×40, prezzo di stima tra 2500 e 3500 euro, titolo “Gorizia e i campi gloria”, con firma “Crali 39” in basso a destra. Si tratta del bozzetto di una cartolina reggimentale molto diffusa tra i collezionisti: basta andare in Internet e digitare su Google il nome della formazione cui è dedicata, “Divisione di Fanteria dell’Isonzo”, per vedere comparire diverse immagini e siti, da e-bay ai blog di collezionisti privati, dove la cartolina è messa in vendita a un prezzo variabile tra 25 e 40 euro. Ovunque l’attribuzione è esplicita: Paolo Paschetto, come del resto si legge nel verso delle cartoline stesse.

 

Dunque nel catalogo Stadion compare un falso Crali? «Non c’è alcun dubbio, e pure grossolano», spiega il critico Marino De Grassi, esperto di Futurismo, che ha curato a Gorizia due importanti rassegne con opere dell’aeropittore di cui, fra l’altro, era anche amico. De Grassi ha esaminato il bozzetto messo all’asta, e gli è bastato un attimo per emettere la sentenza senza nemmeno confrontarlo con le immagini delle cartoline. «Quel disegno non ha proprio nulla di Crali – continua De Grassi -, ma proprio niente, e anche la firma è una delle sue più banali e facili da contraffare, come del resto già successo; con il carattere che aveva, se sapesse che gli viene attribuita quella tempera si rivolterebbe nella tomba». «E non c’è alcun dubbio che il bozzetto appartenga invece a una cartolina di Paschetto», interviene da Bari Vito Pastore, uno dei massimi collezionisti ed esperti italiani di cartoline reggimentali. «Paschetto – continua Pastore – realizzò tutta una serie di cartoline reggimentali dedicate a formazioni militari del Nord Est e non solo.

 

Oltre alla Divisione Isonzo troviamo anche la Divisione fanteria del Timavo, la XII legione della Milizia Volontaria per la Sicurezza nazionale ecc.». Nato a Torre Pelice e morto a Torino, Paolo Paschetto fu un pittore-illustratore che ricoprì fra l’altro la carica di professore di ornato all’Istituto di belle Arti di Roma, ed è decisamente meno noto come pittore di Crali, che pure come illustratore già negli anni Trenta era ben conosciuto: amico di Marinetti già nel 1932 aveva esposto a Parigi nella prima mostra di aeropittori italiani, mentre come illustratore era stato ingaggiato per la Biennale di Venezia e, nel ‘35, per pubblicizzare l’Ala Littoria.

 

«In quanto al bozzetto messo all’asta – continua Pastore – porta la data del ‘39, mentre ad esempio l’esemplare di cartolina in mio possesso ha viaggiato nel ‘38, e ce ne sono di viaggiate anche prima: come può il bozzetto di una corrispondenza illustrata avere una data posteriore a quella in cui la cartolina era già in circolazione? Per altro quella cartolina è piuttosto diffusa e nota fra i collezionisti». Una patacca, dunque, della quale alla Stadion si rammaricano. «Abbiamo ritirato il lotto», conferma il direttore della casa d’aste Furio Princivalli. «Questo bozzetto firmato Crali e datato 1939 – precisa – arriva da un collezionista privato che lo aveva da qualche anno, e si era poi deciso a metterlo all’asta; essendo anche un’opera un po’ anomala, appunto un bozzetto in tempera su carta, non abbiamo controllato l’autenticità dell’attribuzione». «Certo – aggiunge Princivalli – restituiremo il disegno al proprietario che eventualmente penserà ad effettuare ulteriori verifiche».

 

All’asta di questa sera, alle 20.30, alla Stadion in riva Tommaso Gulli 10/a, in un’unica tornata, saranno esitati 150 lotti. Il pezzo forte è il raro e bellissimo bronzo a patina scura di Marcello Mascherini, “Donna nuda che ride”. Fuso nel 1944 e pubblicato sul catalogo generale della Allemandi del 1998, ha un esemplare gemello al Museo di Monaco di Baviera. Tra le altre opere all’incanto uno splendido nudo di Barison (che rappresenta Miete, la moglie di Zangrando), “l’Erborista” di Sbisà, un “Ritorno a cavallo” di Tominz, una “Crocifissione di Zigaina”. Queste sì, grandi, autentiche, opere.

 

Pietro Spirito

“Il Piccolo” 16 novembre 2012

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