«Greta è una giovane ragazza, che vuole scoprire il mondo fidandosi dei suoi occhi. Conosce poco del mondo, ma molto dell’anima». Così, il giornalista Roberto Covaz ha descritto la protagonista del nuovo romanzo di Antonella Sbuelz Carignani, «Greta Vidal», presentato alla Ubik. «Con questo lavoro il lettore ha la doppia possibilità di conoscere una storia d’amore vera e drammatica, e di approfondire una significativa pagina storica», ha aggiunto Covaz. Perché questo libro parla dell’incontro della giovane con Tullio, un legionario delle truppe di D’Annunzio, e la loro presenza a Fiume, nell’autunno del ’19. «Quello di D’Annunzio era un progetto simbolo – ha spiegato la Sbuelz – a Fiume arrivavano giovani dall’Italia, dagli Stati Uniti, Giappone, Francia. Erano persone che credevano in un mondo nuovo. Era un laboratorio sociale, prendevano vita istanze nuove, in un continente che, con la prima guerra mondiale, si era appena suicidato».
Ma come l’autrice si è avvicinata a D’Annunzio? «Con grande curiosità. Nel romanzo compare tre volte. Ma lascio che a parlare siano gli oggetti del suo ufficio, o il modo in cui arringa la folla. C’è il D’Annunzio uomo, tradito da Mussolini. Che va incontro al disincanto».
La stesura dello scritto è stata preceduta da una lunga e attenta documentazione. «È stata una ricerca di un certo impegno. Ho letto i romanzi scritti da chi, allora, a Fiume c’era, come Comisso; i giornali fiumani dell’epoca, alla biblioteca civica di Trieste». E Greta e il suo innamorato? «Di loro avevo chiara la personalità, il carattere. Ma all’inizio dello scrivere non sapevo ancora cosa gli sarebbe successo».
«Questo romanzo unisce, in modo mirabile, lo spettro emotivo, la storia d’amore dei due, con quello razionale, lo sfondo storico – ha precisato Covaz – regalandoci pagine e di intensa poesia». Che è emersa, nelle coinvolgenti letture curate dall’attrice Maja Monzani.
Giovanni Fierro