Nel Centro di recupero di Caisole (Beli) è stata inaugurata, negli spazi riqualificati di un vecchio magazzino, una sezione veterinaria dedicata alle cure e al recupero dei grifoni
Il Centro di Caisole (Beli) sull’isola di Cherso, che si occupa del recupero dei grifoni che nidificano unicamente sulle isole quarnerine di Cherso, Veglia, Plauno (Plavnik) e Provicchio (Prvić), si è arricchito di una nuova sezione, un “ospedale” per la cura e il recupero di questi imponenti volatili. La struttura è stata inaugurata ieri alla presenza del presidente della Regione litoraneo-montana, Zlatko Komadina e dei suoi collaboratori, del segretario del Ministero dell’Economia e dello Sviluppo sostenibile, Mario Šiljeg, del sindaco di Cherso Marin Gregorović, della direttrice dell’Ente “Priroda” Irena Jurić e di numerosi abitanti del posto, che hanno partecipato all’evento d’apertura.
Nell’ambito del progetto intitolato “Miglioramento e aumento della capacità del Centro di recupero per i grifoni a Caisole”, situato nell’ex scuola elementare locale, sono stati ristrutturati i vani interni ed esterni volti alla terapia intensiva degli avvoltoi e sono state acquistate le necessarie attrezzature diagnostiche e di laboratorio per effettuare sul posto le dovute analisi. La struttura si prospetta d’importanza vitale per gli esemplari di grifoni, solitamente molto giovani, che cadono dai loro nidi in mare e che spesso, dopo essere stati salvati, hanno bisogno di cure e analisi per le quali finora bisognava attendere più giorni, visto che i campioni di sangue prelevati venivano inviati a Fiume o addirittura a Zagabria. D’ora in poi, con la nuova struttura, la procedura sarà molto più veloce e verrà eseguita in loco. Il laboratorio ha trovato posto in un vecchio magazzino nei pressi dell’edificio centrale che è stato ristrutturato e attrezzato con apparecchiature specifiche nel cui annesso si trova pure una voliera. Per le necessità alimentari dei “pazienti” si è reso necessario l’acquisto di un congelatore nel quale verranno conservate ingenti quantità di carne, cibo preferito da questa specie protetta.
“La Regione s’impegna a preservare la ricca diversità della flora e della fauna locali, con particolare riferimento alle specie e alle varietà protette. L’ente Priroda gestisce il Centro dal 2016, grazie al sostegno della Regione. La vita sulle isole rappresenta una sfida, sia per le persone che per la cura degli animali. L’attuazione di questo progetto contribuirà a un recupero più rapido e di successo dei grifoni salvati e avrà sicuramente un effetto positivo sul rafforzamento della loro popolazione in natura”, ha dichiarato Zlatko Komadina.
“Il Ministero dell’Economia e dello Sviluppo sostenibile, tramite i Fondi europei, ha consentito a tutti i centri faunistici a livello nazionale, di migliorare le condizioni esistenti per la cura degli animali selvatici. Dal 2017 i rifugi sono stati ufficialmente riconosciuti quali centri in cui opera personale specializzato, il cui compito è salvaguardare le specie animali in via d’estinzione. Nel 2020 sono stati creati i presupposti legali affinché tutti i centri di riabilitazione ricevano un compenso economico per la cura degli animali selvatici, il che sicuramente ha facilitato il loro lavoro”, ha reso noto il segretario Šiljeg, fornendo poi un’informazione inedita. “Dai controlli effettuati su un vasto territorio e dai dati in nostro possesso, sono state notate nuove aree di nidificazione dei grifoni, precisamente nel Parco naturale del Monte Maggiore”. Attualmente, ha fatto sapere la direttrice Irena Jurić, nel Quarnero nidificano circa 125 coppie di grifoni che hanno i loro nidi, nella maggior parte dei casi, sulle scogliere dell’isola di Cherso. Nel corso dell’anno in media circa dieci uccelli vengono tratti in salvo e necessitano di cure. Di seguito, quando crescono un po’ e sono in grado di volare, vengono lasciati liberi nell’immensità del cielo.
Finanziamenti
“Questi magnifici uccelli, con un’apertura alare fino a 2,80 metri, possono essere visti nel cielo sopra il Quarnero, mentre si lasciano trasportare dalle correnti d’aria alla ricerca di carcasse di animali, soprattutto di pecora. Poiché il cibo in natura scarseggia, noi del Centro li aiutiamo con un’alimentazione aggiuntiva in apposite zone dette carnai”, ha spiegato ancora Jurić.
Il progetto è stato cofinanziato dall’Unione europea tramite il Fondo di coesione e il Fondo per la protezione ambientale e l’efficienza energetica. Il valore complessivo del progetto è di circa 900mila kune, di cui oltre 700mila sono state attinte da sovvenzioni dell’Ue, mentre il cofinanziamento del Fondo per la protezione dell’ambiente e l’efficienza energetica ammonta a 100mila kune. La Regione litoraneo-montana ha messo a disposizione ulteriori 200mila kune per la realizzazione della voliera esterna.
Viviana Car
Fonte: La Voce del Popolo – 29/07/2022
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