Un anno fa moriva l’ingegnere Giorgio Tombesi, che fu Presidente del Comitato provinciale di Trieste dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia nonchè parlamentare eletto nel 1976 nelle file della Democrazia cristiana (riconoscendosi nella corrente fanfaniana, contraria alle eccessive aperture a sinistra): caratterizzò la sua presenza a Montecitorio per una forte contrarietà al Trattato di Osimo, sottoscritto nel 1975 e approvato da (quasi) tutto il resto del suo partito.
In occasione della sua prima elezione Tombesi aveva raccolto il testimone (e il pacchetto di preferenze) di Giacomo Bologna, esule da Isola d’Istria e non ricandidato dopo quattro legislature per essersi opposto al Trattato di Osimo appunto, uscendo perfino dal gruppo parlamentare. Tombesi cercò di spostare la discussione su Osimo dal piano locale, ove si sviluppava vivacemente, a quello nazionale, ove stava passando sotto silenzio, onde uscire dalla trappola che vedeva l’arco costituzionale compattamente a favore e solamente la destra neofascista contraria.
A tal proposito nella rubrica Segnalazioni del quotidiano triestino Il Piccolo è apparso questo ricordo di Tombesi a firma del magistrato amministrativo Fulvio Rocco, nato a Trieste nel 1954 in una famiglia di esuli da Rovigno d’Istria. [LS]