Scappare dai titini in bicicletta. È successo pure questo. È emerso di recente. La storia di Lionella Lupieri e dei suoi familiari, esuli di Tolmino, ex provincia di Gorizia, annessa alla Jugoslavia dal 10 febbraio 1947, viene ricostruita in base ai documenti ritrovati nel web, grazie agli Archivi Arolsen (Germania). Sono i suoi zii a pedalare lesti lesti sul velocipede.
Esule di Santa Lucia di Tolmino, fece domanda di assistenza per emigrare all’Ufficio IRO di Gorizia il 10 ottobre 1951. Voleva andare in Canada, o in Australia, ma non ci riuscì. Lionella Lupieri, nubile, era nata a Ruda, provincia di Udine, il 27 marzo 1919, figlia di Giuseppe e Gisella Florean. Nel 1932 si traferì a Santa Lucia di Tolmino, a 60 chilometri di distanza, sempre nelle terre redente nella Valle dell’Isonzo, presso gli zii, che lavoravano lì dal 1927. Terminati gli studi superiori, nel 1940, si iscrisse all’Università di Padova, ottenendo allo stesso tempo un posto di insegnante a Tolmino. Insegnò per due anni, continuando gli studi universitari. Lo zio lavorava nelle opere pubbliche militari. Nel 1943 la pressione dei partigiani titini si fece sentire maggiormente, così la famiglia preparò la fuga.
Come si legge nel Questionnaire compilato e firmato dal funzionario dell’IRO il 10 ottobre 1951:
«Molti dei loro amici e conoscenti furono perseguitati; alcuni di loro addirittura uccisi, per esempio Gosio Carlo e pochi altri. Temevano che potesse capitare loro la stessa cosa, così hanno deciso di scappare in autobus, mentre gli zii dovettero fuggire in bicicletta, poiché le comunicazioni erano già interrotte» (Many of their acquaintances friends were persecuted; some of them even killed, as for inst. Gosio Carlo and few others. They feared the same could happen to them, so they decided to escape on by bus, while her uncle and aunt had to escape on bycicles, as communications were already interrupted).
Il nominativo di Carlo Gosio non compare nell’Elenco dei caduti RSI “Livio Valentini”, nemmeno in altre liste di infoibati o diversamente massacrati. Le ricerche continuano.
La domanda del formulario IRO dice: «Vuoi tornare là?». Lionella rispose e il funzionario compose la frase: «No. Poiché non vuole vivere sotto un regime comunista, che tiene le persone sotto costrizione. D’altronde non può rischiare di ritornare lì, dove tanti italiani sono stati uccisi e perseguitati» (No. Because she does not want to live under a Communist regime, that keeps people under compulsion. Besides, she cannot risk return there, where so many Italian were killed and persecuted).
Nella pratica IRO di Lionella Lupieri, oltre ai nome dei genitori, si leggono i nomi di Alessandro Sperindio ed Ersilia (probabilmente sono gli zii) e poi quello di Elvia Lupieri, la sorella. Curioso il fatto che all’Ufficio IRO di Trieste, a raccogliere e tradurre le parole di Lionella sia stato un funzionario con cognome slavo; era tale “I. Koshuta”. Comunque la sua domanda fu respinta (ineligible = non idonea, Doc ID: 80419903). Nei moduli IRO, compilati da Koshuta è segnata la cittadinanza di Lionella indetermined Venezia Giulia (indeterminata Venezia Giulia). Gruppo etnico: «Italiano». Paese dell’ultima abituale residenza prima del trasferimento «Jugoslavia», ma non è vero: nel 1943, Tolmino era in provincia di Gorizia nel Regno d’Italia, pur vessata dalle violenze partigiane comuniste.
Lupieri è un cognome originario di Luint di Ovaro, nella Val di Gorto, in Carnia, provincia di Udine. Forse un antenato di Lionella, un tessitore del Settecento, o un mercante, si trasferì nella bassa friulana, sotto l’Impero d’Austria. Sono attestati dei Lupieri pure in Istria stabilitisi con le loro attività a Gimino (Brhan D 2018).
Si ricorda che l’Organizzazione Internazionale per i Rifugiati (International Refugee Organization = IRO) era un’organizzazione intergovernativa fondata il 20 aprile 1946 per affrontare l’enorme problema dei rifugiati, creato dalla Seconda guerra mondiale, desiderosi di emigrare Oltre Oceano.
Ci fu chi venne via da Tolmino senza aver subito violenze, diciamo solo consigli interessati: «I partigiani lasciavano partire così chi se ne voleva andare via – ha detto Paolo Negro – come mi hanno detto in famiglia» (Varutti E 2016).
Come fanno notare gli operatori e la direzione degli “Arolsen Archives” in detto portale è possibile cercare i nomi delle vittime della persecuzione dell’era nazista e dell’emigrazione nel dopoguerra dall’Europa sconvolta dalla guerra con l’assistenza per i rifugiati. È possibile, tuttavia, che non si tratti di una ricerca completa, poiché molti dei documenti disponibili negli archivi di Arolsen non sono ancora accessibili nell’archivio online.
Cenni archivistici e bibliografici – Arolsen Archives, Personal file of Lupieri, Lionella, born on 27-Mar-1919, born in Ruda and of further persons. Doc ID: 80419899, visualizzazione web del 31.7.2024. Special thanks to the Arolsen Archives’ operators.
– Dean Brhan, La corrispondenza istriana della famiglia Lupieri (Un epistolario tra la Carnia e l’Istria XVIII-XIX secolo), on line dal 2018 su academia.edu
– Elio Varutti, Esodo dolce da Tolmino, 1945, on line dal 18 maggio 2016 su eliovarutti.blogspot.com
Progetto e attività di ricerca: Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking a cura di Maria Iole Furlan e E. Varutti. Lettori: Sergio Satti, Livio Sessa, Annalisa Vucusa, Barbara Rossi (ANVGD Udine), Claudio Ausilio (ANVGD Arezzo), i professori Stefano Meroi e Enrico Modotti.
Adesioni al progetto: Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine e ANVGD di Arezzo. Fotografie da collezioni private e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/
Fonte: Elio Varutti – 01/08/2024