TEMA PREMIATO AL CONCORSO DELLA MAILING LIST HISTRIA
Inizierò questo racconto dicendovi che questa è una storia vera: è una storia d' amore, dei tempi di guerra e di tanti ricordi. É la storia dei Corelli, è la storia della mia famiglia.
Nato nel 1879, nell'era fantastica tra il periodo Napoleonico e la Prima Guerra Mondiale, il bisnonno fu il primo dei tre figli. Già da piccolo era molto interessato alla guerra e a tutto quello che centrava con essa, che poi, nel futuro, gli tornerà utile per difendere il proprio Stato e la propria vita.
Gli anni passarono velocemente ed il bisnonno crebbe da un piccolo bambino in un serio e responsabile adulto. Nei primi anni della sua giovinezza incontrò la mia bisnonna al mercato di Pisino. Fu amore a prima vista. Pochi mesi dopo, nel 1907 si sposarono. Erano tanto felici insieme e nessuno poteva distruggere questa felicità. Nel 1908 nacque mio nonno e pochi anni dopo suo fratello. La loro gioia era immensa però non sapevano che gli anni successivi sarebbero stati pieni di prove per il loro amore.
La Grande Guerra era iniziata già da qualche mese, però appena a luglio del 1914 fu annunciato il richiamo degli uomini atti alle armi, in tutti i comuni della provincia. Il bisnonno dovette fare il soldato a Laurana, ma siccome l'Austro-Ungheria cominciò a perdere tante battaglie, lo trasferirono sul fronte vicino all'Ucraina. Anche lì furono sconfitti e i Russi lo imprigionarono e lo portarono in un campo di concentramento. Vi restò per qualche anno, fino al ritiro della Russia dalla guerra. Poi, grazie a passaporti falsi, riuscì a tornare nella sua adorata Istria a cui era molto legato. Diceva che da nessuna parte al mondo l'erba era così verde ed il cielo era così azzurro.
Si riprese bene dalla guerra e da alcune ferite che aveva guadagnato nel campo di battaglia ed incominciò a vivere la solita vita. Ebbe ancora quattro figli.
Pensava che quei brutti momenti di guerra non li avrebbe rivissuti mai più ma si scatenò anche la Seconda Guerra Mondiale. Questa volta non era lui quello che combatteva, ma suo figlio, mio nonno.
Il 10 giugno 1940 l' Italia entrò in guerra. Il primo impatto fu la chiamata alle armi per la popolazione maschile e molti istriani furono inviati sui fronti di guerra, in questo caso Fiume e i suoi dintorni.
Il nonno fu uno dei pochi fortunati che fu mandato a Genova, dove il terrore della guerra non era tanto forte. Però un episodio gli restò impresso nella mente. Subito dopo la capitolazione dell'Italia, cioè a dicembre del 1943, molti soldati provenienti dall' Istria salirono sul treno che li doveva portare a Trieste. Il treno doveva essere segreto, ma questa notizia si sparse tra i soldati tedeschi che imprigionavano ogni italiano proveniente da quelle parti. Allora le truppe tedesche decisero di fare lo sterminio già a Vicenza per liberarsi facilmente dei cadaveri. Molte persone, non sapendo che la loro vita finirà proprio lì, scesero dal treno e vennero uccise. Tra questi doveva esserci anche mio nonno ma grazie a un certo Giuseppe Gersini non si trovò lì.
Egli lo salvò dalle crudeli armi tedesche e lo riportò sano e salvo a casa. Ritrovò sua moglie e i suoi figli, ma restò sorpreso dal numero di persone che rimasero nel villaggio. Alcuni scapparono per paura di essere mandati in guerra e alcuni morirono nel campo di battaglia.
Tanti mariti e figli furono uccisi in questa crudele guerra. Il villaggio non tornò ad essere sereno come prima della guerra. Ora era diventato una tomba piena di ricordi e di tempi lontani passati con quelli che non erano più vivi.
Ma poi si accese una luce in mezzo a tutto questo buio. Il 4 agosto del 1951 nacque un grande uomo, l'uomo a cui ringrazio di esistere, l'uomo che mi è stato accanto in tutti i momenti della mia vita.
Questo grande uomo è mio padre. Già da piccolo sapeva quali sono i veri valori che contano; la famiglia, l' amore, gli amici… Tutti questi erano valori che non si potevano comprare.
All'età di 9 anni perse la madre. Quegli anni erano difficili per lui.
L'unica cosa che gli è rimasta era sua nonna, mia bisnonna, che lo coccolava e gli dava dolci di nascosto. Questo provocò un sentimento di invidia da parte degli altri fratelli che erano già cresciuti, diventati uomini maturi. Pochi anni dopo se ne andarono ognuno per la propria strada.
A settembre del 1970 si spense sua nonna mentre mio padre faceva il militare in Montenegro. Il fatto di non essere presente negli ultimi momenti della sua vita lo sconvolse come anche il fatto che non è riuscito a dirle grazie per tutto quello che ha fatto per lui.
E poi, nell'aprile 1990, a un ballo ad Abbazia, incontrò una ragazza fiumana, si innamorò e la sposò. Nove mesi dopo ebbero una figlia. Da allora tutto andò benissimo e non dico che questo era merito mio siccome sono io questa figlia, ovvero la loro gioia e la loro felicità.
E adesso, dopo 15 anni della mia vita orgogliosamente posso dire che appartengo ad una grande famiglia, appartengo ai Corelli.
Tina Corelli, Classe VIII, SEI “San Nicolò” Fiume