Il regime comunista jugoslavo di Tito professava l’ateismo di Stato, il ché significò nel tessuto sociale istriano la persecuzione del clero ed i Beati Bonifacio e Bulešić, entrambi martirizzati in odium fidei nell’immediato dopoguerra da miliziani comunisti, dimostrano fino a dove poteva spingersi la violenza della dittatura titoista, in un continuo di violenza iniziato con le stragi delle foibe del settembre-ottobre 1943.
Colpire un’istituzione come la Chiesa significava privare popolazioni profondamente cattoliche in uno dei suoi punti di riferimento, al fine di lasciare la società istriana in balia delle nascenti istituzioni dei Poteri popolari.
Le persecuzioni dei sacerdoti andarono attenuandosi con il passare del tempo e con l’avvicinamento di Tito al mondo occidentale dopo l’uscita dal Cominform, l’organizzazione sovietica di coordinamento dei partiti e dei regimi comunisti. Non mancarono tuttavia gesti eclatanti, come la distruzione della Chiesa di Santa Maria Addolorata a Umago nel settembre del 1954.
È stata perciò inaugurata la targa in ricordo del 70⁰ anniversario della tragica demolizione del luogo di culto risalente al XIV secolo: nel contesto del burrascoso secondo dopoguerra e poco prima della conclusione del Memorandum di Londra, la volontà politica dell’epoca stabilì la demolizione dell’edificio sacro, da secoli punto di riferimento per gli abitanti del posto.
L’inaugurazione si è tenuta grazie alla collaborazione tra il Consiglio della minoranza italiana autoctona della Città di Umago, l’amministrazione cittadina e la Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza”.
Ulteriori dettagli sulle colonne del quotidiano della comunità italiana autoctona in Istria, Carnaro e Dalmazia La Voce del Popolo:
https://lavoce.hr/cronaca/cronaca-istriana/umago-chiesa-s-maria-addolorata-una-targa-per-non-dimenticare