Una targa per ricordare la Lista per Trieste

La firma del Trattato di Osimo il 10 novembre 1975 scatenò le proteste di Trieste e degli esuli istriani, che non erano stati consultati né tenuti al corrente in merito ad un provvedimento che li riguardava direttamente ed era stato anzi definito e firmato in maniera tutt’altro che limpida e trasparente, bypassando addirittura i canali della diplomazia ufficiale.

Oltre alla rinuncia definitiva alla Zona B del mai costituito Territorio Libero di Trieste, corrispondente all’Istria settentrionale fino al fiume Quieto e sulla quale il diritto internazionale riconosceva ampiamente i diritti italiani, la trattativa bilaterale italo-jugoslava aveva come corollario un’improbabile idrovia da Monfalcone a Lubiana ed una Zona Franca Industriale sul Carso triestino a cavallo del confine. Si trattava di una realizzazione gradita all’industria italiana, FIAT in primis, come si può evincere dagli articoli del quotidiano torinese La Stampa, tradizionalmente collegato alla famiglia Agnelli. Nonostante la deindustrializzazione sofferta dal comparto produttivo triestino, tale progetto trovò l’opposizione dell’opinione pubblica giuliana, in quanto presentava un forte impatto ambientale e ne avrebbe tratto giovamento soprattutto la manodopera a buon mercato di oltre confine.

Le manifestazioni di protesta raccolsero perciò motivazioni patriottiche (nelle scuole triestine la protesta fu egemonizzata dal Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, che aveva a Trieste una roccaforte), ambientaliste, sindacali e autonomiste. La critica era indirizzata contro la partitocrazia ed il processo decisionale fortemente accentrato che avevano portato ai contenuti del Trattato e si canalizzò in una raccolta firme a supporto di una proposta di legge per la realizzazione di una Zona Franca Integrale a Trieste. Sulla base di questa mobilitazione di democrazia diretta si costituì il movimento civico della Lista per Trieste, che accolse anche democristiani, socialisti e liberali usciti dai rispettivi partiti in polemica con le decisioni delle segreterie nazionali riguardo Osimo.

Alle elezioni comunali del 25 giugno 1978 la LpT colse un clamoroso successo che ebbe rilevanza nazionale e portò all’elezione a Sindaco di Trieste di Manlio Cecovini, interrompendo il monopolio della Democrazia Cristiana durato tutto il dopoguerra.

Il consiglio comunale di Trieste ha approvato l’apposizione di una targa, inaugurata ieri, presso quella che era stata la prima sede di questo frutto originale del laboratorio politico triestino che avrebbe goduto di ampio consenso per tutti gli anni Ottanta, finendo poi per confluire di fatto in Forza Italia.

Lorenzo Salimbeni

 

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.