È successo nello Zaratino, dove ogni anno si contano da tre a sette punture di vedova nera o malmignatta, il ragno più velenoso d’Europa. Una donna di 52 anni di Radovine, località alle spalle di Zara, è stata morsa sabato dal pericoloso insetto mentre lavorava nel suo vigneto. Dopo aver cominciato a sentire i dolorosi effetti della puntura, la 52enne è stata prontamente ricoverata all’Ospedale di Zara dove i medici le hanno detto di non poter inoculare il siero in quanto non hanno un bastevole quantitativo di dosi. È stata così curata con un metodo alternativo (le autorità sanitarie non hanno rivelato quale), che però non ha risparmiato forti dolori alla donna, la quale – tutto sommato – ha sopportato abbastanza bene l’incontro ravvicinato con la malmignatta, presente in diverse aree della Dalmazia e dell’Istria.
Non avendo ricevuto il siero, la sfortunata dalmata ne avrà ancora per un paio di giorni. Visto che i responsabili dell’ospedale zaratino non hanno voluto commentare la vicenda, si è appreso dal dottor Boris Dzelalija, a capo del reparto epidemiologico che il nosocomio possiede una sola dose, da utilizzare soltanto per i casi più gravi. «Abbiamo ordinato altre quattro dosi – ha affermato il medico – e dovrebbero bastare per questa stagione turistica». Tornando alla 52enne, questa è stata punta alla mano intorno alle 9 del mattino dopo avere raccolto un mucchio di erba secca. Non ha avvertito alcun dolore, notando però un rossore e gonfiore tipici delle punture di zanzara.
Tornando a casa, la situazione è drasticamente cambiata: la contadina si è sentita intorpidire il braccio, dopo di che i dolori si sono fatti acuti, interessando gran parte del corpo. Ad un certo punto ha avuto anche delle fitte al petto e si è pensato addirittura trattarsi di infarto. Quindi il ricovero e la cura senza il necessario siero. A causa degli alti costi di produzione e della scarsa domanda, agli ospedali croati è stato consigliato di acquistare il siero all’estero.
a.m. / www.ilpiccolo.it 16 luglio 2013
Il nosocomio di Zara (foto www.ezadar.hr)