Goli Otok, uno dei “gioielli” che Zagabria vuole cedere, è preda del degrado: «Si sono rubati tutto» Il figlio dell’internato: «L’isola deve essere luogo di memoria». Il prof di storia: «Assurdo privatizzare». […] Alle sue spalle, una lunga salita porta a quel che resta degli edifici dell’isola, sfondati dal tempo e dall’abbandono. Nei capannoni industriali, gli alberi sono cresciuti facendosi un varco nel tetto, crollato sul pavimento. Quando erano in funzione, tra il 1948 e il 1988, questi magazzini polverosi brulicavano di operai. «Tutti i condannati lavoravano otto ore al giorno in uno dei tre impianti», recita il pannello sbiadito all’ingresso, ma oggi non c’è più nessuna traccia dei macchinari per la lavorazione del legno, dei metalli o della pietra.