Fu maestra elementare e scrittrice, lasciò Visignano d’Istria nel 1943
Valdobbiadene perde l’esule istriana Giuliana Zelco in Oregna (nella foto), mancata il 29 luglio scorso all’età di 87 anni.
La donna era nata a Visignano d’Istria nel 1934 in una famiglia benestante, che aveva lasciato la terra di origine nel 1943, con l’intento di stare lontano dal paese solo qualche mese.
Purtroppo, per le note vicende storiche che hanno sconvolto quel periodo, non è stato possibile ritornare e il padre, che gestiva delle attività commerciali anche con l’Italia, ha avviato un negozio a Conegliano mentre lo zio è andato a lavorare a Schio.
Dopo aver preso il diploma di maestra a Conegliano, Giuliana ha iniziato a insegnare in varie scuole del territorio: dall’ex scuola elementare “VII Umanitaria” di Saccol a Guia fino a Valdobbiadene.
Nel 1985, dopo la pensione, ha cominciato a scrivere per giornali e riviste che trattavano il tema dell’esodo istriano, dedicandosi a ricerche storiche e collaborando con la Voce giuliana e l’Almanacco veneto.
Ha partecipato con impegno alle attività della Comunità di Visignano d’Istria, dimostrando di non aver perso l’attaccamento nei confronti della sua gente.
Il 10 febbraio 2008 è stata insignita dell’onorificenza del Presidente della Repubblica in memoria dello zio Bruno De Cleva, Sottufficiale dei Bersaglieri, vittima delle foibe.
Ha collaborato anche con il giornale locale Endimione e ha scritto diversi libri con testimonianze e racconti della sua terra.
“La famiglia di mia mamma ha lasciato Visignano perché tutti loro si sentivano italiani – spiega la figlia Cristina – Il paese era controllato sia dai tedeschi che dai partigiani titini di notte: vista la situazione, i miei parenti sono stati tra i primi a venire via e sono scappati in mezzo ai boschi. Sono andati a Trieste perché la sorella di mio nonno aveva sposato il rettore dell’Università degli Studi di Trieste. Come profughi sono andati a Portogruaro e poi da lì mio nonno si è stabilito a Conegliano mentre mio zio si è spostato con la sua famiglia a Schio”.
“Queste vicende hanno segnato molto mia mamma – continua la figlia -. A lei era sempre rimasto un grande magone e tanta nostalgia. A mio nonno era stato offerto di rientrare ma lui ha detto che sarebbe rientrato solo con la bandiera dell’Italia e quindi è stato dichiarato nemico del popolo. La vicenda si è risolta verso il 1961-62 quando per la prima volta sono tornati a rivedere il loro paese. La loro casa è stata poi trasformata in un osservatorio astronomico”.
“È stata una gran madre – conclude -. Era una mamma ‘da ciabatte’ quando andavano tirate ma ha anche spronato noi figlie a fare quello che desideravamo, invitandoci a vivere delle esperienze anche fuori da Valdobbiadene. È stata resiliente ma nostalgica. Qui ha trovato anche delle belle amicizie, che l’hanno supportata molto, ma ha sempre avuto il rimpianto di non essere tornata nella sua terra. Lei si illuminava quando poteva parlare della sua vita di prima e per tanti anni ha raccontato la sua storia nelle scuole. A un certo punto, però, ha deciso di non farlo più perché ha capito che le generazioni erano cambiate”.
Tra i tanti aneddoti, la figlia ha spiegato che la madre non sopportava che nella sua carta d’identità fosse scritto “Visignano d’Istria-Jugoslavia”, visto che lei diceva sempre di essere nata in Italia. Alla fine, è riuscita a spuntarla e nel documento d’identità, custodito ora dalla famiglia, è scritto “Visignano d’Istria-Italia”.
Giuliana pensava molto alla sua terra e a un certo punto i suoi amici le hanno consigliato di iniziare a scrivere e il suo primo libro è stato “Vento di terra perduta. Una storia istriana”.
In seguito ha scritto “La vita sdoppiata”, con una serie di racconti dove ha paragonato quello che ha trovato a Valdobbiadene con le storie che aveva sentito in famiglia, “Lontani segreti” e “Parole per l’eternità. Epigrafi nei cimiteri istriani” (libri conosciuti dall’Unione degli Istriani).
Ogni anno, fino a 10 anni fa, tornava in Istria con il marito per visitare i paesi della sua infanzia per un contatto con quella realtà.
Nel tempo ha mantenuto i contatti con la comunità italiana di Visignano d’Istria dove ha presentato i suoi libri.
La donna lascia il marito Alberico, le figlie Cristina e Federica, il genero Giancarlo, i nipoti Giovanni ed Elisabetta, i parenti e tutte le persone che le hanno voluto bene.
L’ultimo saluto a Giuliana Zelco ha avuto luogo sabato 31 luglio, alle ore 10, nel duomo di Valdobbiadene; dopo le esequie la salma ha seguito per la cremazione.
Andrea Berton – 30/07/2021
Fonte: Quotidiano del Piave