Gentile redazione,
ho avuto modo negli ultimi anni di conoscere, non bene, Pierangelo poichè, come lui, amavo e amo tuttora quel campeggio che si affaccia sulla citta di KRK. Pur essendo un campeggio molto grande lui amava rintanarsi all'estrema periferia del comprensorio in una postazione molto ambita e sicuramente spettacolare e tranquilla. Era la classica persona che dopo una vita dedicata al lavoro (apprendo solo oggi di cosa si occupasse) aveva deciso di passare la stagione migliore a ridosso di un mare che sicuramente amava moltissimo.
Inutile divi lo sgomento quando ho appreso dell'accaduto.
Porto qualche mia considerazione. Il suo camper era situato a ridosso del confine del campeggio proprio dove inizia un sentiero che porta al paesino di Punat. Praticamente un accesso assolutamente libero al campeggio. In sostanza chiunque poteva entrare o uscire dal campeggio indisturbatamente. Sicuramente due balordi (escluderei locali) hanno pensato di andar a rubare qualcosa all'interno del campeggio e, una volta entrati, il primo camper "a disposizione" era proprio quello di Cerana. Sicuramente non si aspettavano di trovare qualcuno all'interno e sicuramente non avevano intenzione di uccidere ma tant'è che, probabilmente una volta sorpresi, hanno colpito Cerana con l'intenzione di tramortirlo e non sicuramente di ucciderlo. Questo per quanto attiene a come sono andate le cose. Drammaticamente semplici.
La considerazione amara è sul come stanno procedendo e procederanno le indagini. Conosco molto bene i Croati (sono nato e vivo a Trieste) e frequento settimanalmente le coste del nord della Croazia. Purtroppo andare in vacanza in Croazia vuol dire essere consci di assumersi il rischio di qualsiasi cosa possa accadere. Dal banale guasto alla macchina al semplice incidente a fatti gravissimi come questi che ci sconvolgono oggi. L'atteggiamento della polizia croata (e dei croati in genere) è quello di considerare il turista come una scocciatura. Necessaria per sbarcare il lunario ma pur sempre una scocciatura. Possibilmente un'apportunità di fregatura. Non ci si deve aspettare nessun genere di tutela da parte di nessuno e tantomeno da parte delle forze dell'ordine. Qualsiasi grana che possa capitare in territorio croato si trasforma rapidamente in una brutta gatta da pelare.
L'atteggiamento delle forze dell'ordine e degli inquirenti in merito a questa vicenda lo si può assolutamente definire "tipicamente balcanico". Un qualsiasi organo di governo croato avrebbe dovuto mettersi a totale disposizione sia della famiglia sia di chiunque stia cercando di capire come siano andate le cose. Ma no! Non è questa la mentalità croata! Qualsiasi cosa verrebbe sacrificata sull'altare della "stagione turistica" figuriamoci un turista italiano qualsiasi. Sono pronto a scommettere che la famiglia è stata trattata in modo indecente e sicuramente con atteggiamento chiaramente straffottente da parte delle autorità croate.
La Croazia è un paese meraviglioso e molta della gente che la abita lo è altrettanto ma chi affronta una vacanza in questo paese deve sapere che il livello di tutela del turista è pari a quello di un qualsiasi paese del sud america dove la legge viene fatta e applicata sul momento. Il consiglio che posso dare nel mio piccolo è di fare in modo di passare una vacanza cercando di ridurre al minimo le possibilità di interazione con gli indigeni.
Non è molto ma è sicuramente importante ciò che ho scritto.
Ho visto con i miei occhi e toccato con il cuore come Pierangelo viveva quel posto e più di una volta ho sognato, una volta raggiunta la pensione, di vivere come viveva Pierangelo.
Un saluto a Pierangelo e un grosso abbraccio alla famiglia.
Francesco