FIUME Dopo anni di triste solitudine a Martinscica (Fiume), una guerra a colpi di carta bollata, con gli interni depredati e un aspetto da nobile decaduta, sembrano volgere al meglio i destini dell’ex nave scuola Galeb, per decenni la casa itinerante marittima del presidente jugoslavo Josip Broz Tito. L’unità, coperta da una patina di ruggine, è stata venduta ieri all’ incanto per 150mila dollari alla Città di Fiume, presentatasi da sola all’ operazione di compravendita, tenutasi al Tribunale commerciale fiumano, che aveva posto quale prezzo di partenza la citata cifra.
La Galeb è stata dunque battuta all’asta per 150mila dollari, somma che la municipalità fiumana dovrà pagare entro 14 giorni. Ma neanche dopo il 5 giugno, la Città potrà considerarsi titolare a tutti gli effetti di questa nave storica, in origine una bananiera, costruita nel 1938 nei cantieri Ansaldo di Genova. Infatti, l’avvocato di quello che dovrebbe essere ormai l’ex proprietario della nave, l’armatore americano di origine greca, John Paul Papanicolau, ha annunciato il ricorso in appello presso il Tribunale commerciale superiore. Fino a quando non si esprimerà questa istanza giudiziaria, il verdetto di ieri non sarà esecutivo.
Ricordiamo che l’ex nave scuola della Marina da Guerra jugoslava si trova ormeggiata dal 2001 nel cantiere navale di Martincica, negli immediati dintorni di Fiume. Da allora, niente lavori di manutenzione (o quasi) per la Galeb, lunga 116,7 metri, alta 8,75 e 1930 tonnellate di portata, dotata di una coppia di motori Fiat, ciascuno della potenza di 4500 CV, costruiti nel 1938 e perfettamente funzionanti. Una fine, se così si può dire, ingloriosa per quella che era stata l’unità prediletta del maresciallo Tito, che sulla Galeb ospitò dal 1952 alla fine degli anni ‘70 qualcosa come 102 statisti di tutto il mondo, come pure attori e altri personaggi celebri. La Galeb portò Tito praticamente ovunque, facendogli vedere i mari di tutto il pianeta e percorrendo in totale 86mila miglia, circa 157mila chilometri. Dichiarata nel 2006 bene culturale dal competente ministero croato, e dunque posta sotto tutela, questa ex nave passeggeri di lusso sarà trasformata in nave museo, stando alle intenzioni più volte espresse dalle massime autorità fiumane. Tempo fa, il sindaco fiumano Vojko Obersnel, socialdemocratico, aveva dichiarato che l’unità non lascerà le acque quarnerine e che probabilmente sarà ancorata al Molo Longo, la diga foranea, nelle vicinanze della stazione marittima.
«Abbiamo l’ intenzione di restaurare la Galeb – così il primo cittadino – e di valorizzarla. Magari qualcuno non sarà d’ accordo con questo nostro progetto, ma si tratta di una nave d’ importanza storica, un cimelio che non può essere trascurato».
I 150mila dollari che la Città è chiamata a sborsare nelle prossime due settimane, serviranno quale parziale rimborso dei soldi chiesti dal cantiere Lenac (tassa di stazionamento), dai membri dell’ equipaggio e dall’ agenzia fiumana Adriatica, che per anni si prendono cura dell’arrugginita imbarcazione. L’ammontare del risarcimento supera il mezzo milione di dollari e sarà al centro di un nuovo procedimento giudiziario.
Ricordiamo che Papanicolau aveva acquistato la Galeb dalle autorità dell’allora Federazione serbomontenegrina, facendola rimorchiare fino al cantiere di riparazioni Lenac, per sottoporla a lavori di refitting. Un progetto andato subito a vuoto, al punto che il cantiere fiumano si era visto costretto a denunciare l’armatore statunitense per il mancato pagamento dell’ormeggio. Ieri si è avuto un capitolo importante nella tormentata vicenda della Galeb, che però potrebbe riservare altri colpi di scena.
Andrea Marsanich