È stato un esodo di proporzioni bibliche quello in cui 250 mila italiani abbandonarono i luoghi di residenza e le relative proprietà in Istria, Fiume e Zara, tra il 1943 e il 1956, e in cui, inoltre, più di 10 mila di loro persero la vita nei massacri delle foibe. Un esodo che per un periodo lunghissimo ha conosciuto l’oblio e che grazie ad una legge votata nel 2005 dal 95% dei parlamentari, viene celebrato ogni 10 febbraio come “Giorno del Ricordo”, per non dimenticare, secondo le parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il disegno di sradicamento della presenza italiana in Istria e Dalmazia.
E facendo tesoro del monito del Capo dello Stato, il Comune di Venezia ha firmato stamattina, con una conferenza stampa al Municipio di Mestre, un Protocollo d’Intesa con Associazioni, Istituti, Enti culturali e di Ricerca per la realizzazione del «Progetto per la raccolta, conservazione e diffusione delle memorie giuliano-dalmato-istriane a Venezia» e per la creazione di un archivio web multimediale che sarà visibile nel sito www.albumdivenezia.it.
Oltre al presidente del Consiglio comunale, Roberto Turetta, e all’assessore comunale alle Attività culturali, Tiziana Agostini, hanno sottoscritto l’accordo, Luciana Granzotto dell’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea (Iveser) Roberto Vitelli dell’associazione nazionale Partigiani d’Italia (Anpi), Maria Teresa Sega dell’associazione rEsistenze, Alessandro Cuk dell’associazione Venezia Giulia Dalmazia di Venezia.
«L’esodo giuliano dalmata – ha affermato Tiziana Agostini – è un tratto proprio della storia e dell’identità di Venezia che attende ancora di essere raccontato appieno e che contiamo ora di far conoscere con questo progetto, che raccoglierà, grazie anche al supporto tecnico dell’Archivio della Comunicazione e del Servizio di Videocomunicazione del Comune di Venezia, le testimonianze dei profughi, che sono diventati cittadini della nostra città e di cui vogliamo conservare la memoria».
«Il Consiglio comunale – ha sottolineato Turetta – ha avviato, già nel 2005 con il precedente presidente Boraso, le iniziative per celebrare il Giorno del Ricordo che poi ho coordinato, su mandato unanime del Consiglio. Mi auguro che si possa continuare nello scambio di esperienze tra le comunità italiane e venete che stanno al di qua e al di là del confine per garantire una coesione socio-culturale, elemento distintivo della Comunità Europea».
Alessandro Cuk ha rammentato l’accoglienza nell’immediato dopoguerra della città verso i profughi istriani, rilevando che Venezia ha rappresentato per queste popolazioni la capitale storica per le comuni e secolari radici che si esprimono anche nel somigliante dialetto:«ancora adesso in Istria e in Dalmazia si sente parlare un veneziano un po’ meno moderno del nostro».
Il progetto prevede anche la riproduzione, a carico del Comune di Venezia, di documenti e foto di proprietà dei cittadini: chi fosse interessato a collaborare può mettersi in contatto con l’Archivio della Comunicazione, San Marco, 4128 – 30124 Venezia – tel. 041.2748421; Piazzale Candiani, 7 – 30172 Mestre – 041.2746178, indirizzo mail archiviodellacomunicazione@comune.venezia
(fonte www.comune.venezia.it 28 febbraio 2013)