«Le scritte sembrano poter avere due possibili origini – commenta Gianfranco Bettin – Per il contenuto e poiché sono siglate con la stella a cinque punte, potrebbero essere un parto delirante di certe componenti dell’estremismo di matrice neostalinista, presenti in città da tempo, alle quali si devono anche altre scritte altrettanto insultanti nei miei confronti e inneggianti alle foibe e recenti minacce vergate sui muri contro giornalisti».
«Se questa ipotesi fosse verificata, il collegamento con lo spaccio consisterebbe nel fatto che tali rottami stalinisti sembrano pensare che gli spacciatori di droga siano una specie di combattenti antisistema, con i quali è possibile condividere qualcosa. La vocazione criminale, forse, e certo l’infamia di fondo – stigmatizza Bettin – Una seconda origine, potrebbe invece ricondurre a una sorta di depistaggio, operato da spacciatori veri e propri, magari di nuova generazione e formazione. Anche la forma e il contenuto certe minacce ricevute in questi mesi sembrano rivelare qualcosa del genere. Senza, ovviamente, escludere che si possa trattare di mani diverse. In ogni caso, per quanto disgustosi e inquietanti siano questi messaggi sui muri o a domicilio, non cambieranno il mio modo di agire».
(fonte www.liberoquotidiano.it 29 ottobre 2013)
Il manifesto del Comune di Venezia che avrebbe scatenato le minacce all’assessore Bettin