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Vergarolla, il ricordo non deve sbiadire (Voce del Popolo 20 ago)

Il ricordo dell’ecatombe non deve sbiadire perché si annovera sempre come il più doloroso accaduto della storia di Pola avvenuto sedici mesi dopo la fine del conflitto, la domenica del 18 agosto 1946, in tempo di pace, ma quando pace, evidentemente, non era e correvano gli anni tribolati dell’amministrazione provvisoria anglo-americana, mentre dall’alto si decidevano le sorti della città. Lo scoppio delle 28 maledette mine di profondità accatastate sulla spiaggia, la strage di Vergarolla, che ha smembrato intere famiglie di innocenti e ha fatto da preludio all’esodo degli italiani di Pola, sconvolgendo la configurazione etnica della città, è stata ricordata sabato scorso, 18 agosto 2012, esattamente 66 anni dopo il cruento fatto, davanti al cippo collocato a fianco della Cattedrale di Pola, in memoria degli oltre 80 dilaniati sulla spiaggia.

Sono trascorsi lunghi 66 anni e sembrano tutt’ora pochi, non bastevoli per placare la commozione e le richieste di fare chiarezza in merito, anche se le sempre affollate manifestazioni, dedicate alla tristissima ricorrenza risultano voler recuperare il mezzo secolo di silenzio susseguito a Pola dopo l’agghiacciante tragedia.

Il cerimoniale di sabato, iniziato con la messa in suffragio officiata in lingua italiana da don Desiderio Staver e solennizzata dai canti liturgici delle corali della Società artistico-culturale “Lino Mariani”, ha suscitato sentimenti di viva partecipazione e adesione a tutta una collettività che si ostina a ricordare. “Vergarolla vuol dire ricordare il nostro presente, il nostro passato…” ha proferito il sacerdote rivolgendo parole di fede e inviti ad esami di coscienza. È seguito il cerimoniale della posa delle corone di fiori ai piedi del cippo dove è collocata anche la targa con l’immagine indimenticabile del medico Geppino Micheletti, autore di gesta encomiabili, di elevata umana pietà, senso civico e professionalità. Sulle note della “Requiem eterna”, intonate dalla corale maschile alle compiante vittime di Vergarolla, una ad una sono state depositate le corone di fiori con dedica degli esuli di Pola, della Comunità degli Italiani di Pola (promotrice dell’evento), del Circolo di Cultura istroveneta “Istria” di Trieste. Ivi la corona dell’Ambasciata della Repubblica d’Italia a Zagabria, recata dall’incaricato d’affari a. i., Paolo Palminteri e quella del Consolato generale d’Italia a Fiume, deposta dal viceconsole onorario, Tiziano Sošić.

Primo fra tutti, il saluto ai presenti espresso da Argeo Benco, sindaco del Libero comune di Pola in esilio, quindi il breve intervento di Palminteri testimoniante la vicinanza dell’ambasciata agli esuli e alla Comunità degli Italiani di Pola onde contribuire a un rinnovato spirito di collaborazione reciproca. Alle parole e ai sentimenti di pace e concordia si è associato pure Livio Dorigo, presidente del Circolo “Istria”, con l’augurio di ritrovarsi anche nei prossimi anni davanti al semplice e simbolico cippo collocato, su iniziativa e volontà comune degli esuli e della CI di Pola. Ringraziamenti per essere intervenuti in così grande numero “ai cari polesani, vicini e lontani”, infine, da parte di Fabrizio Radin, vicesindaco di Pola, nonché presidente della Comunità degli Italiani polese convinto che un tanto è di conforto e di aiuto alla Città, alla comunità italiana per il mantenimento in vita della nostra storia, cultura e tradizioni. Un grazie sincero alla vicinanza manifestata dalle rappresentanze diplomatiche italiane, alle organizzazioni degli esuli che hanno contribuito a ricordare negli anni il doloroso momento della storia comune.

Qui la comunicazione, che la Città di Pola ha deciso di intitolare il parco a fianco della Cattedrale con la denominazione di “Parco dedicato al ricordo delle vittime di Vergarolla” esibita su tabella con scritta bilingue (croata e italiana). Sarà certamente un ulteriore apporto al mantenimento della memoria di una tragedia. Accaduto per il quale la documentazione degli archivi di stato londinesi (Key Gardens), nota da qualche anno a questa parte, risulta indicare chiaramente la “programmazione” e la dolosità dello scoppio a danno di una popolazione inerme, lasciando tuttavia ancora avvolto dall’oscuro il capitolo “Vergarolla”, nel complesso libro della storia cittadina.
La comitiva partecipante al cerimoniale polese dedicato a Vergarolla è salita sul Colle Castello e avviata quindi in visita alla mostra della Chiesa dei Sacri Cuori, rinnovata e adibita a galleria museale. A conclusione, il tradizionale incontro conviviale presso la Comunità degli Italiani di Pola.

Arletta Fonio Grubiša

“la Voce del Popolo” 20 agosto 2012

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