LETTERE
Lettera aperta al sindaco Dipiazza.
Il Consiglio direttivo del Circolo culturale «Norma Cossetto» – circolo che è stato fondato ed è tuttora composto per la gran parte da ex allievi dell’Istituto magistrale Regina Margherita di Parenzo e nel cui direttivo siedono molti che conobbero personalmente la martire cui è dedicato o ne sono addirittura parenti, oltre a essere congiunti di altri infoibati -, riunitosi in seduta straordinaria a seguito dello scoprimento del monumento alla memoria di Norma Cossetto, in considerazione delle numerose rimostranze pergiunte e di alcune rilevanti dimissioni di protesta in seno al Consiglio del circolo stesso, all’unanimità mi ha investito del mandato di:
– riconfermare la contrarietà del Circolo «Norma Cossetto» non solo all’intitolazione di una via periferica, decentrata e difficilmente raggiungibile, nonché priva di numeri civici se non per il 2 e 4 apposti su un magazzino industriale – e di cui l’allora vicesindaco Codarin assicurava una sicura conversione in zona verde – ma anche e soprattutto al fatto che la città di Trieste, «capitale morale dell’esodo» abbia dedicato un monumento alla martire simbolo di tutte le vittime innocenti della violenza del ’43 e del ’45 in simile luogo, senza peraltro minimamente interessare né il Circolo né la principale organizzazione di esuli, l’Unione degli istriani, o altra associazione rilevante almento sul piano locale, a conferma della piena adesione alle critiche pubblicamente espresse dall’Unione degli istriani – Libera provincia dell’Istra in esilio, cui il circolo aderisce, alla vigilia dello scoprimento.
Preso atto delle condizini in cui si trovava il monumento in oggetto già nella giornata seguente all’intitolazione – ovvero coperto dalle autovetture dei posteggi riservati che impediscono l’accesso al monumento e già imbrattato da passanti e animali domestici – e avendo constatato come l’iscrizione sulla stele presenti gravi errori sia sintattici sia, persino, di contenuto risultando erroneo e fuorviante – Norma Cossetto venne prelevata da partigiani italiani con l’inganno e, suo malgrado, sottoposta a sequestro, violenza e inumane torture da partigiani slavi per la sua italianità e non si immolò volontariamente come pare desumersi dall’iscrizione – Le chiediamo, signor sindaco, un incontro urgente al fine di trovare le necessarie, condivise soluzioni a detta contingenza che risulta offensiva alla reale memoria delle tragedie di cui la martire fu protagonista e svilente per l’immagine della città di Trieste stessa.
Enrico Neami, presidente del Circolo Norma Cossetto