Sono state molto significative le modifiche che il Senato della Repubblica ha apportato alla Legge 92/2004 istitutiva del Giorno del Ricordo proprio alla vigilia del ventennale della sua promulgazione.
L’istituzione del 10 Febbraio è servita a ricucire uno strappo delle pagine di storia italiana nell’Alto Adriatico, a fare uscire dall’oblio la complessa vicenda del confine orientale: oggi i tempi sono maturi per implementare i Viaggi del Ricordo e promuovere nuove iniziative con il Ministero della Cultura e con il Ministero dell’Università.
Parole come foibe ed esodo vent’anni fa per la maggioranza dell’opinione pubblica rappresentavano poco o nulla, per non parlare della popolazione studentesca. Le istituzioni, Presidenza della Repubblica in primis ed il Ministero dell’Istruzione in seconda battuta, hanno affiancato le associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati in un lungo e delicato percorso di accreditamento del Giorno del Ricordo, che è finalmente diventata una ricorrenza conosciuta e riconosciuta nel calendario civile dello Stato italiano.
Oltre ai sondaggi che hanno dimostrato una maggior conoscenza in Italia delle questioni del Novecento adriatico, sono i riscontri che provengono dall’ambiente scolastico a dare ulteriore conforto. Il meticoloso lavoro del Tavolo di Lavoro Ministero dell’Istruzione e del Merito – Associazioni degli Esuli ha realizzato seminari di formazione per docenti su scala nazionale e regionale e online, il concorso scolastico nazionale 10 Febbraio che di anno in anno vede aumentare quantità e qualità degli elaborati, una scuola estiva di alta formazione e soprattutto le Linee guida per la didattica della frontiera adriatica.
Parallelamente è andato perfezionandosi il buon vicinato con le Repubbliche di Slovenia e di Croazia, con eventi importanti come il Concerto dei Tre Presidenti in Piazza Unità a Trieste e la visita congiunta alla Foiba di Basovizza del Presidente Sergio Mattarella con il suo omologo sloveno Borut Pahor.
Anche di questi avvenimenti verranno a conoscenza gli studenti che sempre più numerosi visiteranno i luoghi dove si sono consumate alcune delle catastrofi del Novecento: avranno così consapevolezza della cultura dell’italianità adriatica preesistente alle foibe ed all’esodo e di quanto è stato fatto per il riconoscimento delle rispettive tragedie nella comune appartenenza all’Unione Europea.
Renzo Codarin
Presidente Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia