Con la presenza dei partigiani di Tito e dei loro continui sabotaggi, minacce, violenze, era impossibile restare a lavorare come casellante a Prevacina, vicino a San Pietro del Carso, ex provincia di Gorizia. Allora, nel 1944, Lino Bonutti si rifugiò a Cervignano, in provincia di Udine, salvando la pelle. Era sempre nelle ferrovie, in veste di cantoniere e guardia linea da Cervignano a Villa Vicentina (UD). Gli fu assegnato un appartamento negli edifici delle ferrovie, limitrofi alla linea ferroviaria, prima della stazione di Cervignano del Friuli.
Lino Bonutti era nato il 5 febbraio 1907, a Bagnaria Arsa, provincia di Udine e morì nel 1981 a Cervignano del Friuli (UD). Era casellante della ferrovia a Prevacina, in provincia di Gorizia. Oggi è Prvačina (in sloveno), o Prevacine (in friulano), un paese della Slovenia, frazione del comune di Nova Gorica. È situato sul tratto della ferrovia “Transalpina”, che da Jesenice porta a Trieste. Jesenice è un comune lungo il confine della Slovenia con l’Austria. Dopo la seconda guerra mondiale e il Trattato di pace del 10 febbraio 1947 Prevacina fu annesso alla Jugoslavia e, nel 1991, passò alla Slovenia.
La ferrovia – La stazione, in origine denominata Prvačina, fu attivata nel 1902, all’apertura dell’intera linea ferroviaria, sotto l’Impero Austro-Ungarico. Dopo la prima guerra mondiale, con l’annessione della zona al Regno d’Italia, la stazione passò alle Ferrovie dello Stato italiane, assumendo il nome di Prevacina-Gradiscutta. Dopo la seconda guerra mondiale la stazione passò alla rete jugoslava, rinominata Prvačina, analogamente al centro abitato. Dal 1947 i treni non raggiunsero più Gorizia. Prevacina è vicino al ponte ferroviario di Salcano (in sloveno Solkan; in friulano Salcan), che è un centro abitato della Slovenia, frazione del comune di Nova Gorica. La stazione di Prevacina dal 1991 appartiene alla rete slovena delle ferrovie.
Durante la guerra – Tra gli italiani eliminati dai titini a Prevacina dal mese di settembre 1943 ci sono: Briz Giovanni e Briz Giuseppa, ambedue “civili”. Poi ci sono altri caduti in operazioni militari ed altro, come l’alpino friulano Canciani Vittorio, ucciso il 19 giugno 1944 e i suoi commilitoni Cimolino Albino, abbattuto il 3 agosto 1944, Conzatti Armando, ammazzato il 7 giugno 1944, David Sergio (8.2.1945), Del Signore Guido (9.2.1945), Felice Ferdinando (26.8.1944), Gardel Luigi (5.6.1944), Gori Remo (5.6.1944), Malgiarita Bruno (26.8.1944), Mansutti Mario (8.2.1945), Patat Giuseppe (30.9.1944), Samassa Giuseppe (7.6.1944), Scoziero Ubaldo (9.2.1945). Oltre ai militi goriziani Hols Ugo (2.2.1945), Podbernig Daniele (8.2.1945), al militare Treccani Vaifro (18.5.1944) viene eliminata la guardia Verzulli Elio (9.2.1945). Tutto ciò dall’Elenco “Livio Valentini”, disponibile nel web, aggiornato al 2024.
Tra le tante, nei paraggi c’è la Foiba di Zavni, all’interno della Foresta di Tarnova, luogo della mattanza titina di 18 carabinieri: “avevano i polsi legati con filo di ferro rinserrato con le pinze” (Bianchi L : 2004).
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Progetto e attività di ricerca: Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking a cura di Maria Iole Furlan e E. Varutti. Lettori: Aurelio Parasole, Bruno Bonetti, Annalisa Vucusa (ANVGD Udine), Claudio Ausilio, professori Stefano Meroi e Paola Quargnolo.