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Voci e smentite sulla successione di Ravignani (Il Piccolo 08 mag)

di GABRIELLA ZIANI

Chi lo dà in arrivo a Trieste e chi dà per certo il suo definitivo gran rifiuto. Tornano a circolare ipotesi per il nuovo vescovo di Trieste. A fine giugno sarà un anno e mezzo, tempo stranamente lungo, da che monsignor Eugenio Ravignani ha rassegnato, per età, le dimissioni. E ancora sembra in alto mare la definizione di un nuovo assetto per la diocesi.

Giampaolo Crepaldi, sottosegretario del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, già vescovo in Sardegna e poi direttore dell’Ufficio nazionale Cei per i problemi sociali e del lavoro: questo il nome che è stato dato in questi giorni di nuovo come possibile candidato al vertice della Curia. Ma, appunto, da altre fonti è giunta certa smentita: «Crepaldi non è in arrivo, anzi ha appena definitivamente rifiutato la designazione». Il sessantottenne prelato, si dice, avrebbe forse scarso interesse a lasciare un alto incarico.

Tramontato per certo l’altro possibile candidato: padre Enzo Poiana (nato in provincia di Gorizia e qui seminarista e ordinato sacerdote) due settimane fa è stato riconfermato per altri quattro anni rettore della Basilica del Santo a Padova. Esce dunque di scena sullo scacchiere triestino, e anche su quello friulano, dove monsignor Pietro Brollo è altrettanto in proroga, ma solo dalla fine del 2008. Così come è entrato e uscito dalla prospettiva monsignor Mario Toso, rettore della Pontificia università salesiana. Né pare più spendibile un arrivo da Vicenza, dove era circolata la possibile candidatura di Ludovico Furian: il nuovo vescovo di Chioggia, appena insediato, è stato scelto proprio nella diocesi di Vicenza, che dunque ha già dato. Anche Bolzano ha già vista ricoperta la posizione, ma la situazione era particolare. Il precedente prelato era improvvisamente deceduto, ed è inoltre di sostanziale importanza che in quell’area si insedi un vescovo bilingue.

E dunque il mondo cattolico comincia a mormorare. Non si nominano vescovi in luglio e in agosto, già in giugno molta parte del clero è impegnata in attività estive e dunque non è presente in sede. Quindi o siamo alla vigilia di un annuncio a sorpresa oppure potrebbe essere verosimile che Ravignani rimanga vescovo di Trieste fino all’autunno. Se si trattasse non di un trasferimento, ma di una investitura di nuovo vescovo, tra l’annuncio della destinazione e l’effettivo insediamento non dovrebbero passare più di quattro mesi, così il vertice della Curia potrebbe diventare attivo appena a fine anno.

Intanto girano svariate congetture: poiché il patriarca di Venezia, Angelo Scola, che ha giurisdizione sul Triveneto, è considerato di area Comunione e liberazione, forse il nuovo vescovo sarà un «ciellino»? E se il segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, è un salesiano, chissà che non ci sia un salesiano in vista (ma forse non Toso)?

Insomma, dopo le voci il vuoto. Intanto per lo stesso vescovo lo stato d’incertezza potrebbe risultare di freno rispetto a decisioni e azioni capaci di influire sul lungo termine: prudenza che sempre investe chi sa di dover a breve lasciare il testimone.

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