Non si sono incontrati il premier e i rappresentanti del Comitato per la difesa della Vukovar croata. Il dialogo continua pertanto a svolgersi a mezzo stampa. Ultimo atto in ordine di tempo, ieri una conferenza stampa del presidente del Comitato, Tomislav Josić, che ha accusato il premier Zoran Milanović di intolleranza sottolineando: “Sono già nove mesi che cerchiamo di parlare dei problemi che si verificano a Vukovar, ma dal governo ci vengono regolarmente poste delle condizioni. La prima volta hanno richiesto che io venga a Zagabria da solo e al buio, la seconda volevano scegliere con chi parlare, la prossima possiamo aspettarci che scrivano il discorso che farò. Siamo pronti a sederci al tavolo e a dialogare, ma non accettiamo che ci vengano poste delle condizioni sul chi rappresenterà i difensori”.
Altrettanto duro anche il commento riservato da Josić al ministro dei Difensori, Predrag Matić. “È un ministro senza consiglieri, senza difensori e senza Vukovar”, ha detto il presidente del Comitato, ribadendo che nessuno può manipolare con i suoi componenti, che hanno un unico interesse: il bene di Vukovar e di tutta la Croazia. “Nulla ci lega all’HDZ – ha precisato infine Josić –, agiremmo allo stesso modo anche se al governo ci fosse l’HDZ nel caso facesse quanto sta facendo l’SDP”.
Mentre tra Zagabria e Vukovar è scambio di accuse, a essere prese di mira sono state ancora una volta le tabelle bilingui. Questa volta l’incidente è avvenuto a Udbina dove sono state rotte tra insegne riportanti scritte in caratteri cirillici, mentre una quarta è stata tolta dalla sede del Centro culturale e informativo “Nikola Tesla”. A condannare il gesto è stato il sindaco di Udbina, Ivan Pešut (HDZ), che ha confermato l’intenzione dell’amministrazione comunale di lavorare al miglioramento dei rapporti interetnici e all’implementazione degli standard europei sul territorio.
“Sono convinto – ha concluso – che gli organi competenti svolgeranno il loro lavoro al meglio e che gli autori del gesto saranno individuati”. In tal senso, una prima conferma è giunta già ieri dalle forze dell’ordine, che hanno comunicato di essere in possesso delle registrazioni video che dovrebbero facilitare il lavoro degli inquirenti impegnati a individuare le persone che hanno distrutto le tabelle bilingui. Dal canto suo, il procuratore comunale, Vera Magdić Bižanović, ha dichiarato che la polizia ha concluso il sopralluogo nel pomeriggio di ieri e che al momento il reato viene qualificato come “distruzione o danneggiamento di cosa altrui”. “Le indagini sono comunque in corso e la qualificazione del reato dipenderà da tutta una serie di circostanze”, ha concluso.
(fonte “La Voce del Popolo”12 ottobre 2013)
Vukovar, manifestazione di nazionalisti croati contro il bilinguismo (foto www.novilist.hr)