Nonostante l’ingresso nell’Unione europea, la Croazia è ancora distante dai parametri di trattamento della Comunità italiana e anche delle altre minoranze nazionali. Rimane ancorata ai Balcani, non ottemperando alle direttive di Bruxelles sulla tutela e il rilancio culturale e linguistico presente nei 28 Stati membri. È il caso dell’istruzione dove Zagabria torna a colpire la scuola italiana, considerata la garanzia per la sopravvivenza della Comunità.
Cos’è successo? Il ministero della Pubblica istruzione intende applicare, anche nelle scuole medie superiori minoritarie, il decreto sul numero minimo di 7 alunni per aprire una classe. Questo significherebbe la chiusura di numerose classi e l’indebolimento delle quattro scuole di questo tipo presenti sul territorio istroquarnerino (Pola, Rovigno, Buie e Fiume).Il deputato degli italiani al Sabor, Furio Radin, ha reagito immediatamente al decreto convocando a Zagabria una conferenza stampa straordinaria.
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