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Ziberna (ANVGD): a Gorizia c’è poco da celebrare l’8 settembre – 12set13

Ho preferito lasciare che l’8 settembre venisse celebrato anche con la consueta manifestazione promossa dall’Anpi nel piazzale della stazione ferroviaria di Gorizia, ricordando la cosiddetta “battaglia di Gorizia”. Con il grande rispetto e gratitudine che nutro per i partigiani che in tutto il paese hanno combattuto per liberare l’Italia dal regime fascista e dall’occupazione nazista, per amore di verità va operato un profondo distinguo tra questi partigiani e quelli che, invece, combatterono sul nostro territorio non già per liberare l’Italia da un regime, bensì per asservirla ad un altro, che ha mietuto in tutto il mondo decine di milioni di vittime ed ha condotto non certo alla pace, libertà e benessere: il regime comunista dell’allora maresciallo Tito, il quale voleva occupare la nostra regione sino a tutta la cosiddetta “Slavia veneta”, ovvero sino al Tagliamento.

La scritta “vogliamo la Jugoslavia di Tito” firmata falce e martello e stella rossa, che ha campeggiato per anni sui muri di una casa di Selz ed è stata cancellata qualche anno fa, sintetizzava compiutamente le loro aspirazioni e volontà.

I partigiani italiani della Osoppo furono trucidati da quelli comunisti a favore di Tito, proprio perché si opponevano alla annessione di queste terre alla Jugoslavia. Gorizia ancora piange le sue oltre 650 vittime, strappate dalle loro famiglie con la sola colpa di rappresentare un pericolo per le velleità annessionistiche di Tito.

I partigiani comunisti giuliani continuarono la loro lotta, fortunatamente non più armata ma con manifesti, archi di fronde e scritte sui muri, nell’intento di convincere gli alleati ad accettare le loro tesi annessionistiche fino al trattato di pace di Parigi nei primi mesi del 1947. Se così fosse successo, avremmo goduto anche noi delle gioie comuniste per 45 anni, cioè come è successo alla nostra vicina Slovenia.

Ecco perché, nel rispetto della lotta partigiana condotta per liberare l’Italia e non già per asservirla ad un altro regime, ritengo che la verità vada sempre salvaguardata e resa nota, proprio perché certi fatti non debbano più accadere su entrambi i fronti. I nostri giovani giustamente ora devono proiettarsi avanti, ma non nell’ignoranza di quanto accaduto, bensì nella consapevolezza che la storia sia sempre grande maestra di vita capace di farci superare tutto, guardando al futuro con ottimismo, fiducia, voglia di crescere insieme agli altri, nella pace e nella tolleranza reciproca.

Rodolfo Ziberna consigliere regionale Pdl
vicepresidente nazionale ANVGD

 

 

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