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Ziberna: no contributi Fvg a chi nega le Foibe – 03mar14

 

Sono trascorsi solo pochi giorni dalle celebrazioni del Giorno del Ricordo dell’esodo e delle foibe, la cui legge istitutiva è giunta al decimo anno dalla sua approvazione da parte di tutto il Parlamento nazionale, fatta eccezione per una manciata di parlamentari dell’estrema sinistra, che il fronte dei negazionisti o giustificazionisti fa nuovamente sentire la sua voce, destinata a provocare ulteriori sofferenze ai famigliari delle migliaia di vittime delle foibe.
I media di oggi danno notizia di una nuova (e non sarà certamente l’ultima) provocazione delle signore Claudia Cernigoi e Alessandra Kersevan, le quali hanno partecipato sabato scorso, presso la Librerai Editrice Goriziana, alla presentazione del libro di Giuseppina Mellace Una grande tragedia dimenticata. La vera storia delle foibe, mediata dal responsabile della redazione goriziana de Il Piccolo, Robereto Covaz.
Dalla cronaca si apprende che “a un certo punto della serena presentazione, seguita da un folto pubblico, è intervenuta la signora Claudia Cernigoi, che per Kappa Vu ha pubblicato diverse ricerche dalle quali ella evince, citando fonti e archivi consultati, che le foibe sono sostanzialmente un’invenzione e gli unici corpi ritrovati appartenevano a soldati. Secondo Cernigoi è un’invenzione anche la foiba di Basovizza che dal 1992, per decreto del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro è monumento di interesse nazionale. A dar man forte a Cernigoi è intervenuta anche Alessandra Kersevan, autrice e coordinatrice della casa editrice Kappa Vu. Cernigoi e Kersevan hanno sostanzialmente negato quanto proposto dalla maggioranza degli storici, ovvero che le foibe sono state un micidiale strumento di pulizia etnica dei partigiani jugoslavi. Sono riuscite perfino a smentire che la strage di Vergarolla a Pola sia stata opera della polizia segreta jugoslava.”
Tra i tanti a rimanere offeso e sconcertato è stato il Vice Presidente del Gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Rodolfo Ziberna, a fronte di questa ennesima provocazione delle due signore, “le quali – afferma Ziberna – vogliono negare, minimizzare o giustificare l’uso delle foibe, che come universalmente noto sono state invece usate quale strumento di lotta politica e di pulizia etnica, che offende una volta di più le migliaia di vittime delle foibe ed i loro familiari.”
Ecco perché il consigliere regionale azzurro ha preso carta e penna ed ha presentato una urgente interrogazione alla Presidente Serracchiani ed all’Assessore regionale Torrenti con cui innanzi tutto fa rilevare come in moltissimi Paesi stranieri la negazione di qualsiasi genocidio costituisca reato. In Italia l’articolo 414 del codice penale aggrava la pena nel caso in cui il reato di istigazione o apologia di un reato di delitti di terrorismo o crimini contro l’umanità la pena è aumentata della metà.
Ciò premesso ha chiesto se direttamente o indirettamente le signore Cernigoi e Kersevan percepiscano contributi da parte della Regione, o se ne percepiscano soggetti privati (case editrici, associazioni culturali, ecc.) di cui esse fanno parte a diverso titolo ed a quanto ammontano dette eventuali contribuzioni. Inoltre vuole sapere se ritengano che con dette risorse la Regione, contribuendo direttamente o indirettamente a promuovere le tesi negazioniste, le sostenga nell’eventuale consumazione del reato di cui all’art. 414 o comunque nel diffondere tesi destinate ad alimentare ingiustificato dolore e sofferenza, foriero di odii e rancori. Ed infine chiede se condividano la necessità di sospendere ogni contributo finanziario e di qualsiasi altra natura a beneficio di soggetti pubblici e privati che direttamente o indirettamente concorrano – perché pubblicano loro opere o perché le invitano a svolgere conferenze – nel diffondere azioni volte a configurare il reato di cui all’art. 414, anche attraverso la negazione delle foibe.

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